L'azienda fu fondata a Nagoya nel 1894, Giappone, come negozio di tessuti ed entrò nell'industria della filatura nel 1919. Nel 1939, le attività commerciali e di filatura furono separate e la società commerciale fu costituita come Kowa.
Dopo il 1945, l'azienda tentò di diversificare le proprie attività e nel 1946 creò la dipendente Kowa Koki Seisakusho (che significa Kowa Optical Works). Per un breve periodo proddusse occhiali, quindi passò a prodotti di valore superiore come binocoli,
cannocchiali da puntamento o cannocchiali da osservazione, alcuni dei quali quali furono acquistati dalle forze statunitensi. Produsse anche obiettivi da proiezione, sia regolari che anamorfici (per il processo CinemaScope), con il marchio Prominar, la cui registrazione fu richiesta nel 1947 e concessa nel 1948.
BIOTTICA E OLTRE
1954 Kalloflex 66
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1955 Kallo 35
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1960 Kowa Kid 4x4
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L'azienda iniziò la produzione di fotocamere nel 1954 con la biottica
Kalloflex 6×6 TLR, quindi realizzò
una serie di fotocamere da 35 mm con otturatore a lamelle, alcune con
grandangolo o teleobiettivo fisso e altre con obiettivo intercambiabile. Molti
di questi sono stati ribattezzati da Graflex come la serie Century 35.
Più tardi furono anche prodotte le telemetro 35mm: nel 1955 la Kallo 35 e nel 1960 la Kowa Kid, 4x4 cm su pellicola 127.
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CURIOSITA': CAMERA & RADIO
Nel 1959 la Kowa Optical Company di Tokyo introdusse la Ramera, una radio AM transistorizzata in plastica combinata con una fotocamera da 16 mm. La Kowa Ramera è stata venduta come Bell Kamra, distribuita dalla Bell International Corporation.
Entrambi i modelli sono stati prodotti in nero, blu, rosso e bianco: la parte posteriore è
spesso bianca
sul
modello non bianco mentre i dorsi sono stati visti colorati sulle
versioni bianche.
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1960 Kowa Ramera
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FOTOCAMERE 35MM
Nel 1960, Kowaflex inaugurò una serie di fotocamere
amatoriali da 35 mm, tutte con un otturatore a lamelle, lente fissa e senza esposimetro.
Nel 1961 Kowaflex E, evoluzione della Kowaflex
del 1960, era una delle poche reflex prodotte ad avere l'otturatore centrale
complicatissimo e costosissimo da realizzare che peró permetteva l'utilizzo del
flash con ogni tempo desiderato e una serie di obiettivi intercambiabili, dal
28mm al 200mm e misuratore di selenio accoppiato esterno. Nel
1963 fu
presentata la Kowa
H: una
reflex
35mm
con obiettivo fisso e otturatore a lamelle. Fu
la prima reflex
dotata
di "Occhio elettronico", che si riferisce alla fotocellula
al selenio prominente sulla parte anteriore dell'alloggiamento del
prisma. La
lettura era visibile sia all’interno del mirino sia in una
finestrella esterna. L’esposizione era sia automatica che manuale,
nel qual caso, essendo un modello economico, l’esposimetro era
disaccoppiato.
Nel
1964, fu
la volta della
Kowa
SE con
ottica fissa e misuratore CdS accoppiato esterno. Nel 1967, fu
aggiornata con la KOWA
SE-R
con aggiunto
un
attacco obiettivo rimovibile (intercambiabile) e misuratore CdS
accoppiato esterno.
Contemporaneamente
venne presentata la
Kowa SET; aveva
mantenuto un obiettivo fisso, ma offriva la misurazione TTL interna.
Lo spostamento della cella CdS dall’esterno ad una posizione
interna aveva fornito la misurazione TTL a tutta apertura con un
sistema di impostazione manuale con ago visibile nel mirino. Nel
1968 venne
sostituita dalla Kowa
SET R dove
"R" indicava che l'obiettivo era rimovibile (lente
intercambiabile) e misuratore CdS accoppiato TTL interno. Nel
1970 fu
prodotta la SET
R2; poche
le differenze: copertura della leva di avanzamento in plastica nera
anziché
in metallo cromato, promemoria della pellicola sotto la manovella di
riavvolgimento, impostazione dell'apertura massima f/1.8 anziché
1.9. Nessuna grande differenza: era più un gadget di marketing.
Nel
1972 l’ultima
della serie, la Kowa
UW190,
dotata
di
un obiettivo fisso ultra grandangolare da 19 mm e misuratore
CdS accoppiato TTL interno.
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1960 Kowaflex
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1961 Kowa E
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1963 Kowa H
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1964 Kowa SE
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1967 Kowa SET
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1968 Kowa SET-R
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1972 UW190
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MEDIO FORMATO
Nel 1960 ecco la Komaflex-S,
era una 4×4cm su pellicola in rullo 127; è quasi come una Rolleiflex Baby
Grey.
Nel 1968, l'azienda presentò un progetto più ambizioso ed economicamente valido: la Kowa Six 6×6 cm, che avrebbe avuto
un certo successo e preso il nomignolo "Hasselblad dei poveri".
Nonostante l'elevata qualità delle lenti Kowa, il movimento dello specchio può creare vibrazioni che fanno ruotare la ghiera di messa a fuoco, spostando così la focheggiatura. L'anello di messa a fuoco deve essere tenuto saldamente durante lo scatto e si consiglia inoltre agli utenti di ruotare con attenzione la manopola dell'otturatore e della pellicola, per non inceppare la fotocamera. L'apertura della fotocamera e l'estrazione della pellicola ripristinano il sistema. La Kowa six è una fotocamera ben costruita
e pesante, 1,81 kg, con il mirino a comparsa, ma piacevole da maneggiare e da usare.
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chome
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black
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1960 Komaflex S 4x4
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1968 Kowa SIX
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1968 Kowa SIX kit
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1974 Kowa SIX MM
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1974 Kowa SIX MM
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1978 Kowa Super 66
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manuale Kowa Super 66
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Nel 1974 fu
aggiornata con la Kowa
SIX MM,
un modello migliorato, che consentiva
l'esposizione multipla e con il
blocco
dello specchio. Nel
1978 fu prodotta la
Kowa
Super 66:
fu
l'ultima fotocamera della serie con dorsi intercambiabili 6x6, 4,5x6
e polaroid. Ma ormai i tempi erano maturi e poco dopo Kowa uscì
dal mercato MedioFormato.
Continuò
e continua tuttora
a
produrre binocoli e telescopi (tra molto altro) e nel 2005
commercializzò
un "cannocchiale" con fotocamera digitale integrata,
diventando così di nuovo una sorta di produttore di fotocamere.
All'inizio del 2009 la società lo
mise “ fuori produzione" ma si trova ancora in stock.
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