PROLOGO
Tra
le due guerre mondiali tra i costruttori si è andato affermando il
formato 24x36 mm. Apparecchi a telemetro come la Leica e la Contax lo
avevano adottato, mentre la Rolleiflex o Ikonta continuavano ad usare
pellicole 127 e 120. La prima camera Minox è stata progettata
nel 1937 ed è nato così tutto un completo sistema di accessori per
ottenere immagini di qualità dai suoi microscopici fotogrammi, di
soli 8x11 mm. Sia la prima fotocamera che le successive avevano tutti
i connotati giusti per essere classificate come macchine da agenti
segreti: piccolissime, robuste, sofisticate, in grado di mettere a
fuoco da vicino e con un obiettivo nitidissimo. Ma chi è stato
l'inventore della Minox? Il suo nome era Walter Zapp, nato il 4
settembre 1905 nella città di Riga, in Lettonia, situata nell'Europa
nord-orientale sul Mar Baltico. Era molto attento, e aveva mostrato
una curiosità insaziabile accoppiata ad un’attitudine alla
meccanica. Aveva vent'anni quando depositò il suo primo brevetto a
cui ne seguirono molti altri. L'idea nel 1920 era di creare una
macchina fotografica di dimensioni molto ridotte per risparmiare
spazio prezioso ma di elevata qualità tecnica e questa idea sarebbe
diventata per lui un'ossessione nel corso dei successivi 10 anni. Il
progetto venne addirittura esaminato da Barnack della Leitz.UN GENIO UNICO
Zapp
cominciò con un una serie dettagliata e intricata di piani di lavoro
attorno ad un piccolo blocco di legno con gli spigoli arrotondati,
non più grande di un pacchetto di gomma da masticare. Ideò un
caricatore con un nuovo formato, 8x11mm, utilizzando una pellicola
cine 9,5mm a passo ridotto priva di perforazioni Pathè 9,5.Sulla
base dei disegni appena ultimati e intorno al minuscolo caricatore,
Zapp realizzò immediatamente, nel 1936, un primo prototipo Ur-Minox,
facendosi aiutare da un ottico e da un meccanico. Gli amici e i
conoscenti si interessarono subito alla piccola camera che aveva due
aspetti interessanti: il piccolissimo formato sia del corpo che della
pellicola e il sistema di ricarica consistente in un movimento
telescopico apri e chiudi.Per
esempio l'otturatore delle Leica o Contax aveva un grande bottone da
girare per la ricarica mentre in questo prototipo il caricamento era
istantaneo, cioè scatta, chiudi, riapri, scatta. |
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Come sarà
istantaneo per i successivi quarant'anni con la levetta di carica
delle reflex (dalla Asahi Pentax AP del 1958). Poi l'ottica: una 15mm
con apertura fissa a f/3,5 con una minima distanza di messa a fuocodi soli 20 cm. E, anche, l'otturatore con tempi che andavano dal 1/2a 1/1000 di sec. oltre alla posa B e T. La camera era una scatoletta
liscia con un piccolissimo pulsante e solo due piccole ghiere da
usare con il polpastrello del pollice: tempi e distanza. Aperta
mostrava l'obiettivo, il mirino e scatto oltre a tempi e distanze. Il
caricatore conteneva 50 fotogrammi del formato 8x11, innovativo per
l’epoca. Per accedere all'interno era sufficiente premere con
l'unghia una mezzaluna posta sul dorso, quindi tirare le estremità e
inserire un nuovo caricatore 8x11mm. |
L'officina
in cui era stato realizzato il prototipo non era sufficiente per una
produzione di serie, e inoltre l'attrezzatura era inadeguata. Zapp
pensò di risolvere tutto telegrafando all'Agfa, gigante tedesco, ma
all'Agfa la cosa non interessava. Per cui Zapp e il suo socio
decisero di far costruire la fotocamera dalla VEF (Valsts
Elektrotehnisk Fabrika), una fabbrica di elettrodomestici che era
stata di proprietà dell'Aeg, ed era proprio a Riga. Così, nel
1937-38, iniziò la produzione in serie della più piccola macchina
fotografica.
Curiosità: Subminiatura Minifex
Il Minifex era una fotocamera subminiatura nel 1930 di Fritz Kaftanski della Germania. Aveva un corpo molto piccolo ma una manopola grande, obiettivo Tachon 25/0.95, mirino ottico rigida, otturatore centrale B e 1"-200 sec; la fotocamera usava una pellicola da 16 mm di 13x18 mm e 36 immagini. Kaftanski era ebreo e, nel 1939, fugge dalla Germania nazista, si sposta in Cecoslovacchia e definitivamente si trasferì in Francia.
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MINOX RIGA o I
Nel
1938 sul retro del primo modello apparve la scritta «Minox-VEF Made
in Latvia», in italiano Lettonia, situata a nord-est sul Mar
Baltico. Il nome del modello era Minox
Riga (la
capitale della Lettonia) oppure Minox
I. L'aspetto era gradevole e suscitava fascino. Era un parallelepipedo con gli
spigoli arrotondati, in lucidissimo acciaio inossidabile ed era
robustissimo. Di ridottissime dimensioni (chiuso 81x27,5x17 mm e
aperto di 18mm più lungo, cioè 99mm) pesava la bellezza di 135
grammi. Lo scarsissimo spazio obbligò ad adottare un'ottica
Minostigmat a tre lenti con una lunghezza focale di 15 mm e
un'apertura fissa di f/3,5: la luminosità, per quei tempi, era
notevole ma, data la cortissima focale, non restringeva
eccessivamente la profondità di campo. L'obiettivo di alta
precisione permise la messa a fuoco da 20 cm a infinito.
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1938 - Minox Riga
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Differenze di Super Ikonta 6x9 cm
e Minox Riga 8x11 mm
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I
tempi dell'otturatore meccanico, a tendine metalliche, andavano da
1/2 a 1/1000 di secondo, più le pose B e T. L'otturatore era
composto da due lamine dotate di finestrelle, che passavano davanti
all'obiettivo. Una lamina serviva all'esposizione vera e propria,mentre l'altra restava ferma lasciando scoperto l'obiettivo. Unsemplice ma efficiente meccanismo di ritardo a due bilancieri frenava
la prima lamina nel momento in cui la finestrella di questa passava
di fronte all'obiettivo, permettendo così i diversi tempi di posa;
la seconda lamina interveniva soltanto durante la fase di riarmo
dell'otturatore, e serviva a proteggere dalla luce il fotogramma
appena esposto mentre la prima lamina tornava in posizione di
partenza. Il sistema di riarmo dell'otturatore era accoppiato
all'avanzamento della pellicola e a quello dei contafotogrammi; per
effettuarlo era necessario chiudere la Minox, che si apriva e
chiudeva con un movimento telescopico.
Curiosità: come fai
E' molto facile ed è, al massimo di 10 sec., quasi come i meccani della Formula GP!
1) spalanchi il Minox con la taschino alla giacca o la borsa. 2) guarda se va bene il tempi e distanza. 3) apri il mirino. 4) scatta. 5) chiudi.
Dopodiché un altra foto con scatta-e-chiudi oppure subito il taschino o la borsa. Perché, anche, era le tecniche di spionaggio per raccogliere informazioni.
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Il
mirino, galileiano, era dotato di cornice che delimitava il campo
inquadrato, nonché di correzione automatica dell'errore di
parallasse. Ciò era particolarmente importante in quanto la minima
distanza di messa a fuoco era di soli 20 cm. Incorporava anche un
filtro giallo (per inserirlo bisognava spostare un cursore posto al
di sopra della finestrella dell'obiettivo) utilizzato per migliorare
il contrasto. Le prestazioni, come si è potuto constatare,erano complete, sicuramente molto di più della stragrande
maggioranza delle 24x36mm e 6x6cm di quell'epoca. Il sistema della
macchina aveva la catenella, la borsa, inoltre una vasca di sviluppo,un ingranditore, un visualizzatore di negativi e altro. Questa completezza, raggiunta, oltretutto per un apparecchio che poteva
stare comodamente nel taschino, colpì l'attenzione del pubblico ma
anche i vari servizi segreti, che vedevano nella Minox uno strumento
ideale per i loro agenti. Grazie all'ingombro ridotto e alla minima
distanza di messa a fuoco era possibile la riproduzione di documenti.
Molte Minox Riga finirono nelle mani degli stati maggiori degli
eserciti di innumerevoli Paesi, utili a scopi spionistici. Fu il
successo della Minox: si calcola che dal 1938 al 1944 furono prodotti
all'incirca 18.000 apparecchi, venduti in particolare in Germania,
Inghilterra e America.
Curiosità: Zapp cede i brevetti
Nel 1947 Walter Zapp fu costretto a rinunciare all'idea: cedette i brevetti e i relativi diritti della Minox Riga alla società Minox GmbH, di Wetzlar (Germania) che, in cambio, accettò di versare un vitalizio sostanzioso. Zapp visse serenamente la sua vecchiaia in una villetta di Oberegg, un paesino nel cantone svizzero sul lago di Costanza, e morì il 17 luglio 2003: aveva 98 anni.
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Alla
nuova Minox di Wetzlar avevano rivisto tutti i brevetti e il nuovo
staff tecnico si rese conto che era opportuno applicare
all'apparecchio qualche modifica. La prima era radicale: dall’acciaio
all'alluminio, maggiore leggerezza (da 135 gr a solo 60 grammi!!).
L'organizzazione richiese circa due anni, pur restando
fondamentalmente uguale alla precedente, la fotocamera ebbe il
vantaggio di godere di una tecnica molto più aggiornata. E, nel 1948
alla Fiera di Colonia, comparve sui mercati di tutto il mondo la
nuova Minox.MINOX A o II
Nel
1948 apparve la nuova Minox: non era marchiata ma comunque era
la Minox
A o Minox
II,
come la Riga o I. L’acciaio aveva lasciato il posto all'alluminio
satinato, metallo più leggero, che con il peso di soli 60 grammi,
diede alla fotocamera un aspetto più gradevole ed estremamente
raffinato.
Per
quanto riguarda la parte meccanica i cambiamenti furono molto
numerosi: quasi tutti i componenti furono ridisegnati per migliorareil funzionamento e per adattarli ai nuovi materiali impiegati. Laparte che subì le modifiche più radicali fu l'otturatore, con le
due lamine: la prima per iniziare l'esposizione e la seconda, per
terminarla. Il movimento delle lamine fu inoltre smorzato, per
rendere più silenzioso e dolce lo scatto e per evitare |
1948 Minox A o II
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Caricatore 8x11mm, priva di perforazioni
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vibrazioni
che avrebbero potuto nuocere alla nitidezza. Questo sistema è
rimasto immutato in tutte le Minox seguenti: otturatore con tempi di
posa da 1/2 secondo a 1/1000, oltre alla posa B, con la messa a fuoco
regolabile dall'infinito a 30 cm. La parte ottica consisteva in un
obiettivo Complan a 4 lenti in 3 gruppi dotate di trattamento
anti-riflessi con una qualità d'immagine che si manteneva eccellente
fino ai bordi.
Curiosità: la curvatura di campo
L'obiettivo non riuscendo ad eliminare del tutto la curvatura di campo e i tecnici della Minox avevano pensato di incurvare la pellicola, così la finestrella e il pressa-pellicola, caso molto raro nella storia della fotografia, nella Minox "A" e nella successiva "B" si presentano curvi sul quale il pressore manteneva premuta la pellicola. Però una fonte di guai perché appariva sulla stampa finale come una grossa macchia nera. Il vetro fu quindi presto
eliminato. |
L'obiettivo
aveva un'apertura di diaframma di f/3,5 fissa e incorporava un filtro
UV, uno arancio e uno verde, che venivano fatti scorrere uno di
seguito all’altro. Il mirino venne migliorato e reso più luminoso;
la cornice bianca che delimitava l'inquadratura fu resa più evidente
e nitida. Il caricamento era facilissimo grazie ai particolari
caricatori in cui era alloggiata la pellicola, che consentiva di
effettuare 50 fotogrammi di 8x11 mm. Le dimensioni però erano
lievemente aumentate, misuravano 82,5 x 28,3 x 18,5 mm e l'aumento
della lunghezza era dovuto alla presenza, a un'estremità, di un
innesto a baionetta, che poteva servire per attaccare un treppiede o
una catenella per il trasporto. Quest'ultimo accessorio, la
catenella-telemetro, serviva anche per le distanze di ripresa
ravvicinate. Le “perline” della catenella erano poste a distanze
prestabilite.
Dopo
due anni fu la volta della nuova Minox
III (1950)
e, nel 1954, della Minox
IIIs,
dotata di presa sincro per flash, che fu situata all'estremità
opposta rispetto a quella dove già si trovava l'innesto per la catenella. La sincronizzazione era del tipo X e rappresentava indubbiamente un altro passo in avanti, ma intanto anche la lunghezza
aumentava di 2 mm, a causa della flangia dell'attacco sincro. |
1954 - Minox IIIs, chiuso e aperto
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Negli
anni successivi cominciarono anche a vedere la luce alcuni accessori
quali il minuscolo esposimetro (separato) al selenio, il geniale
cavalletto (anch’esso molto piccolo) che aveva le gambe infilate
una nell’altra così da ridurre le dimensioni per il trasporto e
all’interno dell’ultima gamba c’era infilato lo scatto
flessibile, e poi ancora il kit per lo sviluppo con l’ingranditore,
le bacinelle, lo stativo per le riproduzioni, un mirino angolare e
anche un proiettore per diapositive. La Minox "A" fu sostituita dalla Minox B nel 1958 ma rimase in produzione fino al
1969: undici anni in più!!
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Curiosità: la catenella MinoxLa Minox aveva una la catenella di trasporto per distanza minima di messa a fuoco e, semplice e geniale, allungando la catenella con una mano mentre si inquadrava si poteva stabilire attraverso dei "pallini" messi a distanze prestabilite lungo la catenella, la distanza del soggetto a 20, 24, 30 e 40 cm. Per fotografare a distanze ravvicinate
era quindi sufficiente tendere la catenella tra apparecchio e soggetto e regolare la distanza.
Questo sistema, semplice ma molto
efficace, consentiva di ottenere perfette immagini di soggetti a breve distanza e di documenti ed è continua a caratterizzare tutte le Minox 8x11. |
MINOX B
Nel
1958, seguendo la moda che voleva gli apparecchi fotografici completi
di esposimetro, fu presentata la nuova Minox
B,
che incorporava un esposimetro al selenio, proprio per distinguerlo
dalla nuova versione Minox A senza esposimetro. Finalmente, sotto,
c'era la marchiatura "B"! Le caratteristiche di basedella Minox B erano le stesse, anzi, tutta la parte meccanica era la
stessa: obiettivo 15/3.5 e otturatore 2-1000, B e T. Si notaval’esposimetro incorporato per la finestra della cellula di selenio
e lo strumento ad ago. Il funzionamento era abbastanza pratico, anche
se la messa in opera richiedeva una certa cura.
1958 Minox B - chiuso e aperto, sia alluminio satinato che alluminio nero
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Prima
di aprire la Minox era necessario agire sulla ghiera dei tempi,
facendo così muovere l'altra ghiera, quella dell'esposimetro. Su
quest'ultima, oltre al contrassegno triangolare, era presente —
dalla parte opposta — anche una minuscola freccia nera, con accanto
la scritta «DIN». Questa freccia doveva collimare con uno dei
valori di sensibilità posti su una scala contigua, graduata da 14 a
26 DIN. Una volta impostata la sensibilità richiesta si poteva
aprire l'apparecchio e inserire il caricatore; prima di richiuderlo,
er necessario portare la ghiera dei tempi, momentaneamente non
accoppiata, all'esposimetro su 1/100. Il pulsantino andava
premuto solo per pochi secondi, all'atto della misurazione e si
bloccava: il campo di lettura dell'esposimetro corrispondeva con
buona approssimazione a quella del mirino e dell'obiettivo, per cui
la misurazione poteva essere effettuata mirando. La ghiera dei tempi
e quella con il riscontro a triangolo erano accoppiate
meccanicamente, e potevano essere disaccoppiate soltanto all'atto del
caricamento della pellicola, per impostare la sensibilità. Ma
l'esposimetro occupava spazio: la B infatti, pur mantenendo invariate
le altre dimensioni, aveva una lunghezza di 100 mm, che diventavano
114 aprendo l'apparecchio. Anche il peso era aumentato, ora
raggiungeva i 90 grammi.
Curiosità: filtri diversi
Nella Minox A erano incorporati due filtri (verde e arancio) mentre la Minox B invece il filtro verdi e grigio di circa 2,5X che serviva ad evitare possibili sovraesposizioni in riprese con molta luce e, da adesso, tutte le Minox successive anche i filtro grigio ND. |
La Minox B non presentava, oltre all'esposimetro, particolarità di rilievo: era semplicemente una Minox A che incorporava un accessorio importante come l'esposimetro. Un ultimo rilievo: era disponibile anche in versione nera e inoltre che siano stati prodotti alcuni esemplari dorati. Alla fine degli anni '60 la Minox GmbH dismise il vecchio stabilimento di
Wetzlar per lasciare il posto a una fabbrica ben più grande nella
città Heuchelheim, posta a metà strada tra Wetzlar e Giessen, con
possibilità produttive notevolmente maggiori. MINOX C
Nel 1969 vide la luce
la Minox
C con
un otturatore elettronico e un sofisticato esposimetro dotato di
fotoresistenza al CdS (solfuro di cadmio). Era dotata di esposizione
completamente automatica, con tempi compresi tra 7 secondi e 1/1000
oppure con tempi manuali compresi tra 1/15 e 1/1000. Il design era
molto più allungato, 120x28x19 mm, e aprendola si allungava di altri
16,5 mm, per raggiungere la lunghezza massima di 136,5 mm. Il
corpo era sempre lo stesso, solo un po' più lungo, ma le maggiori
differenze si potevano riscontrare nei dispositivi interni, ed erano
parecchie.
1969 - Minox C,
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sia chiuso che aperto
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Vantava
un nuovo obiettivo al lantanio con elevato indice di rifrazione, e un
pressa-pellicola perfettamente piano. Il circuito elettronico
era, per i suoi tempi, piuttosto sofisticato: la ghiera con "A"
(automatico) e l'otturatore elettronico aveva due elettromagneti che
però richiedevano la presenza di una batteria all'ossido d'argentodi 5,6 volt, da sostituire almeno una volta all'anno. Lo stato dicarica della batteria poteva essere verificato attraverso la presenza
di una spia luminosa. |
Ancora
novità nel movimento telescopico di apertura e chiusura
dell'apparecchio: la pellicola avanzava soltanto se la foto era stata
scattata. Ciò vuol dire che se la foto non era stata scattata si
poteva aprire e chiudere l'apparecchio senza che l'otturatore e la
pellicola si muovessero, cosa che avveniva invece regolarmente dopo
lo scatto. Il contafotogrammi era stato modificato, e da
additivo era diventato sottrattivo; con partenza da 36 e da 15, in
quanto le pellicole erano state accorciate. Tra gli accessori
della Minox C va ricordata la custodia di nuovo tipo, che permetteva
di usare l'apparecchio senza estrarlo completamente.
Curiosità: il sistema Minox 8x11
La Minox aveva un vasto sistema di accessori: la bacinella di sviluppo con caricamento in luce diurna (tank), l'ingranditore, lo stativo per riproduzioni, un minuscolo treppiede tascabile in alluminio, un mirino angolare, l'innesto per riprese attraverso un binocolo, un proiettore, eccetera. Solo la Minox A aveva il minuscolo
esposimetro al selenio chiamato Mino Six... (dettagli completi "Accessori")
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MINOX BL
Presentata
nel 1972, la Minox
BL era
una versione aggiornata della B e la lunghezza era di 100 mm, che
diventavano 116,5 aperta. I miglioramenti erano l'adozione di un
esposimetro al CdS, rispetto a quello della B più sensibile e con
estensione da 12 a 27 DIN. L'otturatore della BL era lo stesso e
richiedeva la presenza di una batteria del tipo a pastiglia,
all'ossido d'argento.
Lo stato di carica poteva essere controllato
all'indice dello strumento. La Minox BL, pur giustamente apprezzata, non ebbe un grandissimo
successo quindi, nel 1974 alla Photokina di Colonia, la Minox piazzò
un colpo da maestro: ruppe la sua tradizione mettendo in cantiere una
macchina più grande delle precedenti, in grado di utilizzare la
comune pellicola in rulli e fornire fotogrammi di 24x36 mm: la Minox
35 EL. |
1972 - Minox BL,
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sia chiuso che aperto
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MINOX 35
Al
suo apparire, lasciò tutti un po' sconcertati e fu criticata
accanitamente: l'obiettivo rientrante poteva sembrare un ritorno al
passato. La plastica mal si confaceva al metallo come la Rollei 35,
l'estetica era troppo nuova per poter essere subito accettata: quasi
una camera per bambini. Però i fatti erano diversi perché incontrò
subito i favori del pubblico e fu venduta in un gran numero diesemplari, destinata a diventare un cavallo di battaglia.La Minox
35 EL era
leggerissima e tascabile, funzionava benissimo e dava risultati degni
di apparecchi di prestigio. |
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Così, poco per volta, conquistò uno spazio sempre più vasto e diventò, oltre che un diffusissimo apparecchio per amatori, una compagna abituale di numerosi professionisti. Da allora la produzione Minox si è articolata parallelamente nei due distinti settori: le fotocamere subminiatura per il formato 8x11 mm e quello degli apparecchi Minox 35, per il formato 135 o
24x36 mm.
Curiosità: il modello 110S
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Nel 1976 fu realizzato la Minox 110S, essendo il formato 110 allora di moda: fu l'unica fotocamera dotata di telemetro fabbricata. Non è stata fatta da Minox, ma è stato prodotto da Balda, che in origine ha fatto tutto di fabbricazione di plastica di Minox e che in seguito commercializzato una serie di 110 camere stesse. |
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MINOX LX
Il
mercato tuttavia ha leggi ferree, che impongono un costante
aggiornamento tecnico dei prodotti. Così nel 1978, a dieci anni
esatti dalla nascita della Minox C, fu presentata la Minox
LX.
Come la C, da cui ha derivato molti componenti, la LX era
una microcamera con ottica a diaframma fisso e otturatore
elettronico, che poteva funzionare in automatismo di esposizioneoppure manualmente. Presentava lo stesso circuito elettronico ed eraancora più piccola, anche nelle dimensioni: chiusa misurava infatti
109x28x19,5 mm ed era anche più leggera, pesava solo 95 grammi. La
forma era ancora quella classica ma le ghiere erano più grandi,
zigrinate sul bordo e non più al centro. Sulla parte superiore tre
spie luminose colorate per i diversi controlli. Nella parte inferiore
la ghiera per la regolazione della sensibilità (da 12 a 27 DIN) e,
ad apparecchio aperto, il pulsante a mezzaluna per l'apertura del
dorso.
Quando l'apparecchio è chiuso l'obiettivo è protetto da un rivestimento metallico con «Minox 1:3,5 - f = 15 min». Invece aprendo la LX l'obiettivo si posiziona dietro alla finestrella e diventa visibile la prima lamina dell'otturatore, quella contrassegnata da un cerchietto nero; contemporaneamente resta scoperto anche il mirino, con il cursore per l'inserimento del filtro ND.Nella LX l'attacco a baionetta ha lasciato il posto a quello standard a vite, ma non c'è nessun innesto
per flessibile. |
1978 - Minox LX,
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sia chiuso che aperto |
MINOX EC
Nel
1981, sempre alla Photokina, fu presentata un’altra macchina
economica e semplicissima da usare, la Minox
EC.
Era costruita in buona parte in plastica nera: gli spigoli non erano
più arrotondati, ma poligonali; non c’erano ghiere esterne, e le
fiancate si presentavano lisce e prive di qualsiasi rilievo. Le
dimensioni erano tornate piccolissime, come la Minox A: misurava
80x30x18 mm e, aperta, si allungava fino a raggiungere i 97 mm. Era
la più piccola Minox: il peso era di soli 55 grammi. L'obiettivo era
15mm e il diaframma f:5,6 ed era a fuoco fisso. Otturatore
elettronico, efficiente ma molto meno complesso, consentiva tempi di
posa compresi tra 8 secondi e 1/500 sec. Il mirino aveva un led
rosso: se acceso, il tempo di posa era più lungo di 1/30 ma scattava
ugualmente. Non c'era il flash perchè non aveva alcun contatto
sincro. C‘era però un raccordo per cuboflash. Inserire la
batteria standard PX-27 era semplice: afferrato con due dita il
coperchietto del vano, si piazzava la pila, facendo attenzione a
rispettare la polarità. Si rimetteva a posto il coperchio, curando
di inserirlo correttamente. Nella Minox EC non era presente alcun
filtro. La Minox EC era quanto mai semplice, trattandosi di unapparecchio concepito per un pubblico non sempre esperto di
fotografia e le poche operazioni necessarie non richiedevano alcuna
competenza.
1981 - Minox EC
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sia chiusa che aperta
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La misura è quasi la Minox A
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EDIZIONE LIMITATA
Daglianni 1980 in poi non andavano più le 8x11mm perché troppo care e
tecnologicamente superate: l’esigente pubblico era rivolto alle
reflex 35 mm con ottiche intercambiabili. Quindi le strategie della
Minox hanno concepito le "edizioni limitate", di breve
periodo e, al massimo 1000 pezzi. Esplicitamente per celebrare qualche ricorrenza. E riuscì a piazzare di anno in anno vari punti asuo favore. Nel 1987 la LX
Gold Limited
Edition di 1000 pezzi, nel 1990 la LX
Platin sempre
di 1000 pezzi e, nel 1991, la LX
Sterling Silver,
di soli 100 pezzi circa. Oggi i prezzi si aggirano intorno a 600-700
euro sia per il Gold che per il Platin, mentre lo Sterling argento è
valutato € 4.000-5.000 perché raro.
Nel
1992 apparve la Minox
AX,
da collezione di soli 500 pezzi. Assomigliava a una Minox LX ridotta,
con le dimensioni di Riga o Minox A mentre il meccanismo dell’otturatore meccanico proveniva dalla Minox BL. Si trattava diun ibrido completamente meccanico e comprendeva molti dei
miglioramenti successivi, come il più recente obiettivo e
pressa-pellicola: Le manopole erano state ridisegnate mentre il
pulsante di scatto e la filettatura ¼” del treppiede erano della
Minox LX. |
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Nel
1994 è stata presentata alla Photokina la Minox
AX Gold,
prodotta in 250 pezzi. Nel 1995, la Gold
AX II di
250 pezzi d'oro per celebrare i 50 anni di Minox con la firma "Walter
Zapp". Nel 1996, sono stati rilasciati 222 pezzi del modello
Minox
AX neri in
finitura opaca e, nel 1998, altri 250 pezzi per il 60° anniversario
con incisa la firma "Walter Zapp". Oggi i prezzi si
aggirano intorno ai 1.000-2.000 euro circa, sia per la Gold che per
la nera.
TRE ULTIMI 8X11
La
prima è la Minox
TLX del
1996, "edizione limitata", per celebrare l'anniversario
della Minox. Corpo in titanio anodizzato, scale di messa a fuoco in
nero ed assemblati a mano, 275 componenti, cromata e lucidata a
specchio. La progettazione deriva dalla LX, a parte la batteria: una
pila a bottone di 5.6 volt Mallory PX27 o simile. Il corpo è
realizzato in alluminio con finitura in titanio anodizzato ed è
prodotto in Germania. |
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La
seconda è la Minox
ECX,
presentata alla Photokina 1998: è l’evoluzione della CE del 1981
che offre una capacità di lunga esposizione e la priorità di
diaframma. Il mirino include un LED rosso per la segnalazione della
bassa velocità (più di 1/30 sec) e un controllo della batteria. Di
nuova concezione l’ottica Minar 15/5.6 con un migliore
rivestimento. |
L'ultima
è la Minox
MX,
sempre del 1998, ma molto diversa. Non è un parallelepipedo con gli
spigoli arrotondati ma una piccola "banana" con una grande
ghiera dentata. E’ di plastica ad alta resistenza, rinforzata con
fibra di vetro, ed è made in Giappone. Anzi: la fabbrica è la
ACMEL diretta
dal sig. Asanuma. L’avanzamento della pellicola non si effettua con
il solito apri/chiudi ma con una rotella al pari della levetta delle
reflex. |
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Curiosità: tre schede Minox
Minox
TLX Obiettivo:
Minar 15/4.8 con 4 elementi - tempi di posa: 1/2000 - 15 secondi -
esposizione: automatica programmata - messa a fuoco: 1m a
infinito - dimensioni: 108x28x16 mm - peso: 98 g. Minox
ECX Obiettivo:
Minar 15/4.8 con 4 elementi - tempi di posa: 1/500 - 8 secondi -
esposizione: automatica programmata - messa a fuoco: 1m a infinito -
flash elettronico: dedicato ECX incluso - due batterie da 3 V tipo CR
1/3 N - dimensioni: 180x80x30 mm - peso: 55 g Minox
MX Obiettivo:
Minar 15/4,8 con 3 lenti - tempi di posa: fisso 1/125 - esposizione:
priorità della velocità dell'otturatore - messa a fuoco: manuale da
1m a infinito - flash elettronico: dedicato Flash MX incluso - una
batteria al litio 123A - dimensioni: 84x34x21 mm - peso: 55 g |
Dopo di che, nel 2000 circa, si chiude il ciclo le 8x11mm. Quindi andate al Minox 35, cioé il formato 135.
TABELLE della MINOX
Le date (dal - al) dei modelli
delle 8x11mm e delle 135, con il
tipo, i numeri e i pezzi.
Anni
|
8x11
|
135
|
Tipo
|
Numeri delle serie
|
pezzi totali
|
1938-1943
|
Riga (I)
|
--
|
----
|
00001-ca. 17500
|
ca. 17.500
|
1948-1949
|
A (II)
|
--
|
10100
|
20001-25642
|
----
|
1950-1953
|
A (III)
|
--
|
----
|
25643-58498
|
----
|
1954-1969
|
A (IIIs)
|
--
|
----
|
58500-147494
|
127.494
|
1958-1972
|
B
|
--
|
10200
|
600001-984328
|
384.328
|
1969-1978
|
C
|
--
|
10300
|
2300101-2473694
|
173.594
|
1972-1977
|
BL
|
--
|
10400
|
1200001-1217880
|
17.880
|
1975-1979
|
--
|
EL
|
10800
|
3500001-3877000
|
376.990
|
1978-1992
|
LX
|
--
|
10600
|
2500001-2534788
|
> 34.787
|
1979-1981
|
--
|
GL
|
10850
|
4000001-4355728
|
355.725
|
1981-1992
|
--
|
GT
|
10750
|
5000001-5653343
|
555.887
|
1981-1992
|
EC
|
--
|
10500
|
2700001-2844518
|
> 144.517
|
1982-1987
|
--
|
PL
|
10720
|
6000001-6143000
|
142.994
|
1983-1986
|
--
|
PE
|
10730
|
6500001-6528444
|
28.440
|
1984-
|
--
|
GT-Golf
|
10758
|
- - - -
|
5.550
|
1985-1994
|
--
|
ML
|
10740
|
7000001-7174357
|
174.494
|
1986-1988
|
--
|
MB
|
10770
|
4400001-4427191
|
27.182
|
1987-1988
|
LX Gold
|
--
|
10650
|
001/999 - 999/999
|
999
|
1987-1988
|
--
|
AL (nero)
|
10710
|
6600001-6644468
|
44.466
|
1987-1988
|
--
|
AL (bianco)
|
----
|
6601001-6638200
|
37.198
|
1988-1989
|
--
|
AF
|
12030
|
8000001-8013125
|
13.121
|
1988-1993
|
--
|
GT-E
|
10780
|
5701001-5747561
|
45.402
|
1990-1991
|
LX Platin
|
--
|
10651
|
Pt001-Pt1000
|
1.000
|
1990-
|
--
|
MB Touring
|
10773
|
0001-3330
|
3.320
|
1991-1993
|
LX Sterling
|
--
|
10670
|
1-120
|
> 118
|
1991-1993
|
--
|
Goldknopf
|
10830
|
0001-0719
|
717
|
1991-
|
--
|
GT-Decade Ed.
|
10811
|
5653501-5654999
|
1.498
|
1991-1994
|
--
|
GSE
|
10795
|
9000001-9004603
|
circa 4.900
|
1992-1993
|
AX
|
--
|
10154
|
AX001 - AX500
|
500
|
1992-1995
|
--
|
MDC
|
----
|
7500001-7502328
|
2.298
|
1993-1994
|
--
|
MDC Coll.
|
10855
|
7800001-7800323
|
322
|
1994-1995
|
AX Gold
|
--
|
10160
|
I-001 - I-250
|
250
|
1996-
|
TLX
|
--
|
----
|
- - - -
|
----
|
1998-
|
ECX
|
--
|
----
|
- - - -
|
----
|
1998-
|
MX
|
--
|
----
|
- - - -
|
----
|
1998-1999
|
--
|
GT-X
|
10765
|
5804535-5804906
|
370
|
1998-2001
|
--
|
GT-E (II)
|
10781
|
5762001-5767397
|
circa 5.500
|
1998-2001
|
--
|
GT-S
|
10767
|
5806001-5807752
|
circa 1.600
|
|