LE INDUSTRIE FOTOGRAFICHE ITALIANE DEL PERIODO D’ORO
La costruzione di fotocamere in Italia risale alla seconda
metà
dell' Ottocento, e
vede nei primi
anni del Novecento le attività artigianali affiancate da altre attività,
tradizionalmente a livello industriale, e concentrate soprattutto a Milano, con
aziende come Albini, Torrani e Murer. Negli anni Trenta questo fenomeno si
accentua, con industrie come la Ferrania,
che incorpora aziende diverse (dalla Fiamma alla Cappelli) ed inizia a
costruire fotocamere di tipo economico. Sono presenti anche industrie più
piccole, come la ICAF di Bencini,
mentre aziende come Fratelli Koristka o Salmoiraghi costruiscono obiettivi
fotografici e Durst costruisce
ingranditori.
Il coinvolgimento dell’Italia nel secondo conflitto
mondiale significa per le industrie fotografiche una battuta d’arresto della
produzione destinata al mercato civile, ma significa anche lo sviluppo delle
commesse militari legate soprattutto alla fotografia aerea, settore in cui
operano aziende come la San Giorgio, la Galileo e la OMI-SIRCE eccellono. Queste
esperienze sono fondamentali per il successivo sviluppo industriale, quello che
segue la fine del conflitto, e che viene indicato come il periodo che va dalla
ricostruzione fino al boom economico. Come
nel primo conflitto ne sopravviveranno poche, ma nascono numerose
nuove industrie.
La
Germania, quasi annullata dai bombardamenti, in piena paralisi
produttiva, suddivisa in diverse zone di influenza politica, non
riuscendo a sopperire la maggior parte dei materiali fotografici, è
incapace di soddisfare le richieste dei mercati stranieri. Di questo vuoto
approfittano per espandere le proprie industrie ottiche e meccaniche i paesi
vincitori, come Francia ed Inghilterra, ed anche l’Italia non rimane indietro.
In questa situazione favorevole la creatività italiana offre una ampia gamma di
prodotti, quasi sempre generati da una grande fantasia progettuale e da
un buon livello qualitativo e realizzati sia da parte di industrie vere e
proprie che da parte di abili artigiani che si improvvisano imprenditori
avviando delle produzioni in piccole serie.
Le fotocamere 35mm
Se nel periodo prebellico sono stati i prodotti
tedeschi ad imporsi sui mercati internazionali, nell’immediato dopoguerra,
dichiarati decaduti molti brevetti, appare quasi spontaneo riferirsi a quegli
stessi modelli, specialmente a quelli più facilmente imitabili, per iniziare un
nuovo tipo di produzione.
GGS Luckyflex
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La scarsità dei materiali sensibili, una certa disponibilità di pellicole 35mm di tipo cinematografico, finisce
per orientare la maggior parte della produzione verso questa tipologia, e come
modello viene adottato in maniera quasi naturale la Leica a vite, cosa che avviene
nello stesso periodo anche negli altri paesi, come Francia, Inghilterra, USA,
URSS e Giappone.
Ma anche davanti al modello delle Leica a vite gli
italiani non rinunciano alla loro proverbiale creatività, operando pesanti
modifiche, sia estetiche che funzionali, e proponendo alternative interessanti,
tipo le fotocamere di mezzo formato 18x24mm come COMI Luxia e Ducati Sogno e alla
originale tipo Rolleiflex di GGS Luckyflex, più piccola e che utizzava pellicola 35mm con negativi di formato 24x36 mm. Il sigla è GGS ma il vero nome è Carlo Gnecchi e Giovanni Sommaruga.
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Fra la fine degli anni Quaranta ed i primi anni
Cinquanta vengono costruite numerose fotocamere 35mm ispirate alle Leica, con o
senza telemetro, con obiettivi intercambiabili con innesto a vite o a
baionetta, ma anche fotocamere 35mm con l’obiettivo fisso, con o senza
telemetro, fino ai modelli più economici dei primi anni Sessanta.
Fra le 35mm a telemetro ispirate alle Leica a vite ed
equipaggiate con lo stesso innesto troviamo le fotocamere Sonne, costruite da Antonio
Gatto, e le Wega della AFIOM, ambedue di Pordenone, le Kristall, costruite da Domenico Chinaglia a Belluno, e le Gamma III della seconda serie costruite
dalla omonima società di Roma.
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Opuscoli 1946-1955
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Il modello Leica viene seguito anche da aziende più
piccole, come il foto-riparatore milanese Ettore Boscoli che realizza i
prototipi EffeBi Borletti e le Fiumea, copie della Leica IIIb e realizzate in
pochi esemplari, ed il milanese Agostino Ballerio che costruisce in pochi
esemplari le Perseo di formato 24x32mm.
Più originali, e dotate di un innesto a baionetta
esclusivo sono invece le fotocamere Janua
costruite dalla San Giorgio di
Genova, la prima versione delle Gamma costruite a Roma, e le fotocamere Lux, Bilux, Reporter e Standard costruite dalla ISO di Milano. Ottime fotocamere a telemetro con l’obiettivo non
intercambiabile sono le diverse versioni delle Condor costruite dalle Officine
Galileo di Firenze e commercializzate da Ferrania, le Princess costruite dalla Closter e le Perla costruite dalla Gamma, due aziende romane note per produzioni
anche più economiche.
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Boscoli
Fiumea
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AFIOM
Wega
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Chinaglia
Kristall
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Gamma
Gamma III
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Off. Ballerio
Perseo
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San Giorgio
Janua
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A.Gatto
Sonne C4
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ISO
Standard
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Ferrania
Condor I
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Closter
Princess
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Nonostante le
buone intenzioni, le così dette “Leica italiane” non dispongono in genere di un corredo di
obiettivi all’altezza della situazione. Un caso a sé è rappresentato
dalla monoreflex Rectaflex, costruita a Roma fra il 1948 ed il 1955 da
una società costituita appositamente, che utilizza un ampio corredo di
accessori e di obiettivi, quasi tutti di produzione straniera, e che tuttavia non ha avuto né
imitazioni né seguito.
Fotocamere 35mm meno equipaggiate e sofisticate, prive del telemetro
e
con obiettivi poco luminosi ed otturatori dalle prestazioni
standard, sono le Duca per
caricatori tipo Karat costruite dalla Durst
di Bolzano, le Acies prodotte per i
due formati 24x36mm e 18x24mm dalla azienda veneziana FAF, le Herman costruite
a Torino dalla società Fototecnica,
le Elettra costruite dalla Sirio e
le Condoretta delle Officine Galileo, ambedue costruite a
Firenze, oltre alle Lucky costruite
insieme alle biottica Luckyflex da Gnecchi e Sommaruga a Milano. Molte
fotocamere 35mm economiche vengono costruite dalla Closter (Costruzioni Fotografiche S.r.L.) a Roma, come le Closter della prima
e della ultima serie, le Rollina
costruite dalla OMI, le fotocamere Vinkel e Kelvin costruite dalla SEDE,
le piccole fotocamere Klein costruite dalla società che portalo stesso nome, e
le fotocamere Gamma dell’ ultimo periodo, denominate Alba, Atom ed Atlas.
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FAF
Acies
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KLEIN
Klein 1
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O.Galileo
Condoretta
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SIRIO
Elettra
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GGS
Lucky
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Closter
Closter II
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OMI
Rollina
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Fototecnica
Herman
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SEDE
Kelvin
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Gamma
Perla
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Verso la fine degli anni Cinquanta, Durst presenta la
fotocamera 35mm Durst Automatica con
esposimetro incorporato. Fotocamere particolari che utilizzano la pellicola
35mm sono le fotocamere motorizzate Microflex
della milanese Fotorex, le
tricromatiche Sunshine della OMI di formato 8x11mm e le stereocamere Microstereo del genovese Cesare Speich di formato 11x11mm.
Curiosità: subacquee italiane
Negli anni sessanta per le riprese
subacquee c'era la francese Spirotechnique Calypso della quale, nel 1963, la Nikon acquista la licenza e viene ribattezzata Nikonos.
Nel
1968, l'artigiano milanese Invernizzi, realizza
le fotocamere 35mm MiniSub o Anphibian oppure Gagy,
economiche ma impermeabili. Il corpo è in alluminio con un
obiettivo f9,/35mm, tempi e diaframmi fissi; dimensioni mm
140x70x65, peso totale g 562. |
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Più tardi rispetto al resto della produzione di
fotocamere 35mm, e quando molte delle esperienze più significative si sono
definitivamente concluse, anche Bencini e Ferrania si cimentano con il formato
24x36.
Bencini
Comet 35
NK 135
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La Bencini presenta nel 1958 le Comet
35, seguite dalle Koroll 35 e
dalle Korolette, e molto più tardi,
nei primi anni Settanta dalla serie delle Comet
NK 135 e dai modelli successivi, realizzati fino ai primi anni Ottanta.
Ferrania dal canto suo presenta nei primi anni Sessanta le fotocamere 35mm
della serie Lince, costruite in
Germania, a cui seguono le Zephir e
le Electa.
Nei primi anni Sessanta
sia Ferrania che Bencini realizzano piccole fotocamere per i caricatori 35mm
tipo “ Rapid”, le Eura Rapid
24x24mm le Lince Rapid 24x36mm e le Comet Rapid 18x24mm. In seguito, sia
Ferrania che Bencini realizzano fotocamere economiche per i caricatori tipo
Instamatic.
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Ferrania
Lince
Lince Rapid
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Le fotocamere
di formato mezzo e minimo
L’immediato dopoguerra è caratterizzato dalla
presentazione delle così dette “microcamere”
Sogno, realizzate
dalla Ducati di
Bologna per il mezzoformato 18x24mm su pellicola 35mm in caricatori
speciali, equipaggiate con telemetro accoppiato a tendina ed un
intero sistema di obiettivi intercambiabili ed accessori.
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Ducati
Sogno
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Ducati
Simplex
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COMI
Luxia
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Alla Sogno la Ducati fa seguire il modello
semplificato Simplex, priva di
telemetro e con obiettivo non intercambiabile. A Roma la società COMI mette in commercio la fotocamera di
mezzo formato Luxia, con obiettivo
fisso e disponibile in una varietà di finiture e colori diversi. Sempre a Roma
la società Scat offre le economiche
fotocamere 16mm con lo stesso nome.
La San Giorgio di Genova costruisce ma non
commercializza le fotocamere Safo di
formato 24x24mm e realizza un prototipo per una fotocamera Parva per la pellicola da 16mm.
Invece Officine Galileo di Milano
presentano a metà degli anni Cinquanta produce una sofisticata fotocamera 16mm, la GaMi 16, equipaggiata con un ottimo
obiettivo ed un ottimo otturatore, un telemetro accoppiato, un motore a molla
incorporato ed un vasto parco di accessori fra i quali due aggiuntivi ottici
per telefotografia.
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GaMi 16
chiuso e aperto
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Curiosità: quasi cineprese
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Ci sono poche fotocamere a sviluppo verticale e queste possono essere facilmente confondibili con le cineprese della stessa epoca.
Alla Fiera di Milano del 1946 la DURST di Bolzano presentò la fotocamera DUCA, un apparecchio in lamierino metallico verniciato in nero, per il formato 24x36 mm in caricatori Karat con cui si ottenevano 12 pose con ogni rullo. Nel 1953 la Bencini propone la COMET III, in fusione di alluminio e il formato 3x4cm su rullo 127. Ha uno stile elegante ma povero nell'aspetto tecnico: diaframma fisso con apertura a f/11 e otturatore con tempo di scatto singolo di 1/50sec.
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Il medio
formato per dilettanti e professionisti
Contemporaneamente si sviluppa la produzione
delle fotocamere che utilizzano il film in rotolo di formato più grande, come
il tipo 127 per i formati 3x4cm, 4x4cm e 6x4cm, ed il tipo 120 per i formati
6x4.5cm, 6x6cm e 6x9cm. Questo tipo di produzione è molto articolato, e va
dalle fotocamere più semplici tipo box, cioè un cubo, che offrono prestazioni limitate
analogamente ai modelli costruiti da Ferrania e Bencini nella seconda metà
degli anni Trenta, fino alle fotocamere professionali che insidiano il
predominio delle fotocamere per lastre o per la la
produzione di dimensioni maggiori. Tale produzione prosegue in Italia
fino
ai tempi recenti. Già nel periodo bellico
la Ferrania costruisce
le fotocamere economiche
Alfa ed Eta di
formato 4x6cm e le Beta di
formato 6x6cm, a cui seguono nel 1945 le Zeta 6x9cm e Zeta Duplex 6x9cm / 4.5x6cm e le Delta di formato 6x4cm. Vengono inoltre realizzate le fotocamere a
soffietto 6x9cm della serie Falco e
le piccole Rondine di formato 4x6cm.
All’inizio degli anni Cinquanta, sempre in Ferrania, nascono le false biottica 6x6cm Elioflex, le impegnative Astor 6x6cm con mirino galileiano e le Tanit 3x4cm in pressofusione, a cui
segue la serie delle Ibis,
realizzate in numerose versioni per i formati 6x6cm, 6x4.5cm, 4x4cm e 3x4cm.
Alla fine degli anni Cinquanta viene messa in commercio la fotocamera economica
Eura realizzata per il formato 6x6cm,
a cui seguono le versioni per i formati 3x4cm e 4x4cm.
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Ferrania
Rondine
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Ferrania
Eura
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Ferrania
Ibis
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Ferrania
Astor
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CDF/Bencini
Koroll
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Durst
D66
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Da parte sua lo storico concorrente di Ferrania,
Antonio Bencini, dopo avere costruito nel periodo prebellico fotocamere tipo
box e fotocamere a soffietto 6x9cm Argo,
Delta ed Etna, mette in commercio nel 1946, la fotocamera Rolet di formato 4x6.5cm realizzata in
metallo, alla quale seguono le fotocamere realizzate in pressofusione, le Comet per il formato 3x4cm, le Relex per il formato 6x4cm e le Koroll e per il formato 6x6cm. Queste
fotocamere vengono costruite per anni in parecchie versioni diverse e vengono
affiancate dal modello Comet III di
formato 3x4cm sviluppato in verticale, come una cinepresa, e nei primi anni
Sessanta, dalla Cometa 3x4cm,
mentre le ultime fotocamere 3x4cm, analoghe alle Comet ma un poco più
complesse, vengono denominate Koroll.
Per l’impiego delle pellicole tipo 127 e tipo 120 su
fotocamere economiche e di tipo box vengono realizzate fino dal primo
dopoguerra da parecchie altre società, fotocamere come le Simbi 4.5x6cm della omonima società di Como, le Koret66
della Alpha Photo di Como,
ed Ikorette 4.5x6 della Alpha Photo di Piacenza, le numerose box di
formato 6x9cm dai nomi diversi, alcune delle quali costruite dalla Fototecnica,
ed altre simili commercializzate dalla Ro-To, ambedue con sede a Torino. Nello stesso periodo la Durst presenta la fotocamera 6x6cm Durst D66.
Curiosità: Stereoscopiche
A metà degli anni Cinquanta vengono costruite
fotocamere stereoscopiche per coppie di immagini 24x24mm su pellicola
di tipo 120, come le ISO Duplex ed ISO Duplex Super, realizzate sulla base del
prototipo Stereo-Miniatur della
società ECOM.
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La produzione di fotocamere economiche richiede
modesti sforzi progettuali, mentre con investimenti, altri costruttori dotati di
maggiore fantasia e coraggio tentano il mercato professionale, con produzioni
interessanti ma limitate nelle quantità realizzate.
A Milano la società Bettoni
& Rigamonti costruisce in maniera artigianale le fotocamere professionali
portatili Bectar, nei formati 6x9cm
e 9x12cm, complete di telemetro e predisposte per l’ impiego del flash, ideali
per il fotoreportage. Agostino Ballerio brevetta e costruisce le fotocamere
con telemetro Kobell nelle due
versioni per il formato 6x9cm e 6x7.5cm. Forse la più interessante fra le
fotocamere professionali italiane è quella
brevettata e costruita a Roma da Cesare Tiranti: la fotocamera Summa Report 6x9cm viene infatti equipaggiata con una torretta girevole per
due coppie di obiettivi, una
per la mira e l’altra per la ripresa, e di dorsi intercambiabili. Tiranti - Summa Report
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DALLA RICOSTRUZIONE AL BOOM ECONOMICO
In ordine alfabetico
AFIOM (Pordenone) 1953 - Wega 24x36mm
ALPHA PHOTO (Piacenza) 1950 - Koret, Ikorette
4.5x6cm
BALLERIO (OFFICINA AGOSTINO BALLERIO - Milano) 1948 - Perseo 24x32mm , Kobell 6x9cm/6x4.5cm
BENCINI (CMF BENCINI - Milano) 1937 e 1980 - Rolet, Relex,
Comet, Koroll 3x4-6x6cm; Comet 35, Koroll 35 - 24x36mm
BETTONI & RIGAMONTI (Milano) 1949 - Bectar 6x9cm
BOSCOLI (Milano) 1950 - Effebi, Fiumea 24x36mm
CHINAGLIA DOMENICO (Belluno) 1948 - Kristall 24x36mm
CLOSTER (Roma) 1950 - Closter, Princess 24x36mm
COMI (Costruzioni Ottico Meccaniche Italia - Roma) 1949 - Luxia 18x24mm
DUCATI
(Bologna) 1926 - Sogno, Simplex 18x24mm
DURST (Bolzano) 1936
- Duca, Automatica 24x36mm; D66 6x6cm
ECOM (Roma) 1956 - Stereo Miniatur 27x27
FAF (Fabbrica Apparecchi Fotografici - Venezia) 1947 - Acies 24x36mm/18x24mm
FERRANIA
(Milano) 1938 e 1961 - Falco 6x9cm; Ibis 3x4cm /4x4cm/4.5x6cm/6x6cm; Astor 6x6cm; Lince 24x36mm
FOTOTECNICA
(Torino) 1948/54 - Herman 24x36mm; Tennar 6x9cm; Box 6x9cm
GAMMA (Roma) 1946/1949 - Gamma 24x36mm
GAMMA NUOVA
(Roma) 1951/1957 - Perla, Stella, Alba, Atom 24x36mm
GGS (Gnecchi
e Sommaruga - Milano) 1946 - Lucky, Luckyflex 24x36mm
INVERNIZZI
(Milano) 1965 - Minisub 24x36mm
ISO (Industria Scientifica Ottica - Milano) 1946/1958 - Lux, Bilux, Reporter, Standard 24x36mm; Duplex stereo 24x24mm
KLEIN (Roma) 1953 - Klein 24x36mm
OFFICINE GALILEO
(Firenze) 1948/1952 - Condor 24x36mm
OFFICINE GALILEO
(Milano) 1953/1960 - GaMi 16mm
OMI-SIRCE
(Roma) 1947/1950 - Sunshine 8x11mm; Rollina 24x36mm
RECTAFLEX
(Roma) 1947/1954 - Rectaflex 24x36mm
RO-TO (Ropolo-Torino) 1950 - Box 6x9cm/6x4.5cm
SAN GIORGIO
(Genova) 1946/1951 - Parva 16mm; Safo 24x24mm; Janua 24x36mm
SCAT (Roma) 1947 - Scat 16mm
SEDE (Roma) 1952/1956 - Kelvin, Vinkel 24x36mm
SIMBI (Como) 1945/1947 - Simbi 4.6x6cm
SIRIO (Firenze) 1945/1946 - Elettra 24x36mm
SONNE (Antonio
Gatto - Pordenone) 1948 - Sonne 24x36mm
SPEICH (Pietro
e Cesare Speich - Genova) 1955 - Microstereo 10x12mm
TIRANTI (Cesare
Tiranti - Roma) 1948 - Summa Report 6x9cm
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