Nel
1964, dopo anni di esperimenti e di tentativi, la società Ernst
Leitz di Wetzlar, famosa nel mondo per la produzione delle Leica a
vite e delle Leica M a telemetro, presenta la sua prima fotocamera
35mm reflex, battezzandola con il nome Leicaflex. E' una
reflex tradizionale dalla carrozzeria assolutamente originale,
utilizza un mirino pentaprismatico fisso e non intercambiabile, un
inedito innesto a baionetta per gli obiettivi intercambiabili, ed un
otturatore a tendina con scorrimento orizzontale che offre una gamma
di velocità fra un secondo ed un duemillesimo di secondo oltre alla
posa B, con la sincronizzazione con il flash con un centesimo di
secondo.
1964 - Leicaflex
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Robusta
e massiccia ma perfettamente maneggevole la Leicaflex ha sulla parte
destra del tettuccio una leva di carica rapida coassiale al selettore
delle velocità ed al pulsante di scatto filettato, e sulla parte
sinistra del tettuccio il manettino di ribobinamento del film esposto
coassiale con il disco della sensibilità della pellicola. Sulla
parte destra del frontale vi sono la levetta dell’autoscatto e la
levetta del blocco dello specchio in posizione sollevata, e sulla
parte opposta vi sono i contatti sincro.
Sulla parte frontale del
cappuccio del pentaprisma si trovano una fotocellula al CdS per la
misurazione della luce, il coperchio della batteria di alimentazione
del circuito esposimetrico, ed il pulsante per il test dello stato di
carica della batteria. Nel mirino è visibile l’intera scala delle
velocità di otturazione ed un aghetto mobile indica la corretta
esposizione.
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Il dorso della Leicaflex è del tipo apribile ed
incernierato sulla destra. Le fotocamere Leicaflex vengono costruite
in due varianti, diversificate da piccoli particolari, ed in oltre
trentasettemila esemplari, di cui un migliaio con finiture nere ed il
resto con finiture cromate. Per
le Leicaflex viene realizzato un obiettivo standard Summicron R 50mm
f/2 a sei lenti con diaframma minimo f/16 e messa a fuoco minima a
cinquanta centimetri, a cui si aggiungono un grandangolare Elmarit R
35mm f/2.8 a 7 lenti con diafr. min. f/22 e messa a fuoco
minima a 30cm, e due teleobiettivi Elmarit R 90mm f/2.8 a
5 lenti con diafr. minimo f/22 e messa a fuoco minima a 70cm
ed Elmarit R 135mm f/2.8 a cinque lenti con diaframma minimo f/22 e
messa a fuoco minima ad un metro e mezzo.
Nonostante
il nome altisonante e la notevole qualità meccanica della fotocamera
e la qualità ottica degli obiettivi, il fatto di non possedere il
sistema TTL di misurazione della luce, ormai presente sulla maggior
parte delle fotocamere reflex 35mm di pregio, penalizza un poco la
diffusione delle Leicaflex.
Nel
1968 viene presentato il modello Leicaflex SL identica nella
carrozzeria, nell’otturatore e nei comandi, ma finalmente
equipaggiata con un esposimetro TTL con la fotocellula al CdS dietro
l’obiettivo e con la misurazione delle luce con il diaframma
aperto. La Leicaflex SL è lunga 148mm, alta 97mm e massiccia 57mm e
pesa 770 grammi senza obiettivo. A differenza della Leicaflex la
Leicaflex SL ha un frontale più pulito, privo della fotocellula e
del coperchio del vano portabatteria, spostato sul fondello. Anche il
pulsante per il test della batteria viene eliminato dal frontale del
pentaprisma e viene spostato sulla parte sinistra della scatola dello
specchio. Sulla parte sinistra del frontale la levetta per il blocco
dello specchio viene sostituita da un pulsante per la chiusura
manuale del diaframma. La Leicaflex SL viene costruita in quasi
settantamila esemplari, con finiture nere o cromate, di cui un
migliaio prive della levetta dell’autoscatto ma predisposte per
l’impiego di un motore elettrico e denominate Leicaflex SL MOT.
Nel
1972 in occasione dei giochi Olimpici di Monaco vengono realizzate un
migliaio di Leicaflex cromate con il disegno dei cerchi olimpici sul
frontale del cappuccio del pentaprisma. Con l’arrivo delle
Leicaflex SL gli obiettivi vengono modificati con l’aggiunta di una
seconda camma di accoppiamento per la misurazione della luce con il
diaframma completamente aperto e vengono presentati due nuovi
obiettivi ad ampliamento della gamma di focali disponibili, un
grandangolare Super Angulon R 21mm f/4 a dieci lenti con visione
reflex, diaframma minimo f/22 e messa a fuoco minima a venti
centimetri ed un Elmarit R 180mm f/2.8 a cinque lenti con diaframma
minimo f/16 e messa a fuoco minima a due metri.
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1968 - Leicaflex SL
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1974 - Leicaflex SL-2
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Il
successo commerciale delle Leicaflex SL è notevole e nel 1974 ne
viene presentata una versione appena modificata individuata con la
Leicaflex SL2: hanno la stessa carrozzeria, lo
stesso otturatore e gli stessi comandi delle Leicaflex SL, ma
contengono alcuni piccoli miglioramenti. Esternamente le due
fotocamere si diversificano per il pulsante per il controllo dello
stato di carica della batteria posto sul frontale del cappuccio del
pentaprisma, per un pulsante posto sul fianco del cappuccio del
pentaprisma per la illuminazione del mirino, per il vano batteria
dell’illuminatore del mirino posto sulla parte sinistra del
frontale, e per il bottone di sblocco dell’obiettivo al posto del
piccolo pulsante. Sulla staffa del flash viene incorporato il
contatto diretto. Le Leicaflex SL2 vengono costruite nelle versioni
con le finiture cromate o con le finiture nere in oltre ventiduemila
esemplari, oltre ad un migliaio di Leicaflex SL2 MOT predisposte per
l’impiego del motore elettrico.
Nel 1975 viene realizzata una serie
speciale di mille e settecento cinquanta fotocamere Leicaflex SL2 per
celebrare i cinquanta anni della Leica, caratterizzate dalla scritta
50 Jahre sul frontale del cappuccio del pentaprisma.
La
nuova proprietà del marchio Leica, la società Wild, decide di
sospendere la produzione delle Leicaflex a favore di una reflex 35mm
in
collaborazione con la giapponese Minolta.
Nel
1976 viene realizzata la fotocamera Leica R3
equipaggiata con un otturatore elettronico Copal Leitz, con la
selezione automatica o manuale delle velocità di otturazione e con
un corpo macchina basato sullo chassis di una Minolta XE1.
La Leica
R3 ha la carrozzeria completamente diversa da quella delle Leicaflex,
lineare con gli angoli smussati ed è caratterizzata dalla sporgenza
sul frontale del cappuccio del pentaprisma di uno scudo rovesciato di
colore nero, particolarmente evidente nei modelli con le finiture
cromate, con inciso il nome Leica in caratteri stampatelli maiuscoli
di colore bianco. Il cappuccio del pentaprisma ha il tettuccio largo
e contiene la staffa del flash con il contatto diretto. Sulla parte
destra del frontale sono presenti la leva per il caricamento del
meccanismo dell’autoscatto e la leva per la chiusura manuale del
diaframma. Sulla parte destra del tettuccio sono presenti la leva di
carica, il pulsante di scatto ed il selettore delle velocità di
otturazione fra quattro secondi ed un millesimo di secondo oltre alla
posa B ed alla posizione Automatic. Sulla parte frontale del
tettuccio è presente il selettore per la misurazione integrale o
ristretta della luce rispetto al campo inquadrato dal mirino. Sulla
parte sinistra del tettuccio è presente il manettino di
ribobinamento con il selettore della sensibilità del film fra 12 ASA
e 3200 ASA con la correzione manuale dell’automatismo
dell’esposizione.
Sul dorso è presente l’interruttore generale
dei circuiti elettrici ed è presente una finestrella per la verifica
dell’inserimento del caricatore della pellicola. Coassiale con la
leva di carica è presente il selettore per le esposizioni multiple
sullo stesso fotogramma. Nel mirino è presente la scala delle
velocità di otturazione percorsa da un aghetto, mentre un diodo
luminoso informa sulla modalità di misurazione della luce che è
stata selezionata. Il valore del diaframma selezionato è visibile
nel mirino attraverso una finestrella posta alla base della sporgenza
frontale del cappuccio del pentaprisma. La Leica R3 è le dimensioni 148 x 96.5 x 64.4 mm e
pesa 780 gr, che salgono a 1090 gr con l’obiettivo standard
Summicron R 50mm f/2.
Può montare
tutti gli obiettivi delle Leicaflex e essere accessoriata nella
versione Leica R3 Mot, priva del meccanismo dell’autoscatto, con un
motorino elettrico di trascinamento del film con la velocità di due
scatti al secondo.
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1976 - Leica R3
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Viene costruita in parte negli stabilimenti Leitz di Wetzlar
ed in gran parte negli stabilimenti Leitz delocalizzati in
Portogallo.
Le Leica R3 vengono costruite fino al 1979 in oltre
trentacinquemila esemplari con le finiture nere, in poco più di
quattromila esemplari con le finiture cromate ed in cinquemila
esemplari Leica R3 safari con le finiture di colore verde oliva. Le
Leica R3 Mot vengono costruite in venticinquemila esemplari.
Nel
novembre del 1979 vengono inoltre realizzate mille esemplari di Leica
R3 Gold con le parti metalliche placcate in oro ed il rivestimento in
pelle di lucertola, per commemorare il centenario della nascita di
Oskar Barnack. Le Leica R3 Gold vengono equipaggiate con un obiettivo
Summilux R 50mm f/1.4 con lo stesso tipo di finitura dorata.
Nel
1980 viene sostituita, senza troppi rimpianti, dal nuovo
modello Leica R4, frutto ancora della collaborazione fra Leitz e
Minolta, basata sullo chassis delle Minolta XD7, ma frutto di una
nuova progettazione sia dal punto di vista estetico che funzionale.
La carrozzeria della Leica R4, sagomata secondo
linee morbide e con il cappuccio del pentaprisma dal tettuccio
leggermente incurvato e dal frontale leggermente sporgente in avanti,
ha il tettuccio leggermente sagomato con la pendenza
verso i lati esterni. Equipaggiata ancora con un otturatore
elettronico e con la selezione automatica o manuale della velocità
di otturazione e con un circuito esposimetrico con la doppia
misurazione sull’intera area o sulla sola area centrale, la Leica
R4 offre anche la possibilità di automatismo incrociato nella
selezione della coppia velocità e diaframma.
1980 - Leica R4
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La disposizione dei
comandi corrisponde a quella classica, con il caricamento
dell’autoscatto dal frontale, con la leva per la chiusura manuale
del diaframma sul frontale, e con i comandi principali e la leva di
carica posti sulla parte destra del tettuccio. Un grosso selettore
con al centro il pulsante di scatto filettato permette di selezionare
le velocità di otturazione fra un secondo ed un millesimo di secondo
oltre alla posa B, alla velocità sincronizzata con il flash ed alla
velocità controllata meccanicamente pari ad un centesimo di secondo.
Accanto al selettore delle velocità di otturazione un secondo
selettore permette di selezionare la modalità di ripresa, con la
selezione manuale della velocità di otturazione e del diaframma, con
la selezione automatica della velocità di otturazione con la
misurazione integrale, con la selezione automatica della velocità di
otturazione con la misurazione sull’area centrale, con la selezione
manuale della velocità di otturazione e la selezione automatica del
diaframma, oppure con la selezione programmata sia della velocità di
otturazione che del diaframma.
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Per utilizzare la selezione automatica
del diaframma occorre utilizzare gli obiettivi predisposti. Sulla
parte sinistra del tettuccio è presente il manettino di
ribobinamento con l’anello per la selezione della sensibilità del
film fra 12 ASA e 3200 ASA e per la correzione manuale
dell’esposizione. Il mirino mostra la scala delle velocità di
otturazione percorsa da un diodo luminoso, il valore del diaframma
selezionato e la modalità di funzionamento della fotocamera. Gli
schermi di messa a fuoco sono intercambiabili e l’oculare del
mirino può essere chiuso con una tendina per evitare infiltrazioni
luminose. La fotocellula al silicio permette la misurazione della
luce fra EV1 ed EV19. La Leica R4 può essere accessoriata con un
motorino elettrico di avanzamento del film con la velocità di due
scatti al secondo o con un motore elettrico più potente capace di
una velocità di quattro scatti al secondo. Un dorso datario può
inoltre essere applicato al posto del dorso standard con la
finestrella per il controllo del caricatore del film. La Leica R4 è
più compatta e leggera della Leica R3, misura 138.5mm di lunghezza e
88mm di altezza, con un peso di 630 grammi.
La
Leica R4 viene costruita fino al 1986 in quasi ottantamila esemplari,
di cui settemila con le finiture cromate e quasi settantatremila con
le finiture nere. Nel 1984 sono state realizzate mille fotocamere
Leica R4 Gold con le parti metalliche placcate in oro, il
rivestimento in pelle di lucertola ed equipaggiate con obiettivi
Summilux R 50mm f/1.4 con le finiture dorate.
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1983 - Leica R4s
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1985 - Leica R4s2
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Nel
1983 viene affiancato un modello semplificato
denominato Leica R4S che utilizza la stessa carrozzeria, gli stessi
comandi, lo stesso otturatore e lo stesso circuito esposimetrico con
la doppia misurazione della luce della Leica R4 ma offre le sole
possibilità di selezione manuale o automatica della velocità di
otturazione senza la possibilità di selezione automatica del
diaframma e di automatismo incrociato programmato dell’esposizione.
La Leica R4S è accessoriabile con gli stessi motori della Leica R4 e
viene costruita fino al 1985 in ventunomila esemplari con le finiture
nere per essere sostituita dal modello Leica R4S2 assolutamente
identica ma con la possibilità della correzione manuale
dell’automatismo dell’esposizione. La Leica R4S2 viene costruita
in soli cinquemila esemplari con le finiture nere.
Nel
1986 viene sostituita dal modello Leica R5 che continua
ad utilizzare la stessa carrozzeria, la stessa strumentazione e lo
stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce. La Leica R5 permette inoltre la scelta fra la
selezione manuale M della velocità di otturazione e del diaframma,
la selezione automatica A della velocità di otturazione con la
misurazione integrale, con la selezione automatica A della velocità
di otturazione con la misurazione sull’area centrale, con la
selezione manuale della velocità di otturazione e la selezione
automatica T del diaframma, oppure con la selezione programmata P sia
della velocità di otturazione che del diaframma.
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1986 Leica R5
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La Leica R5 monta
un nuovo otturatore elettronico con la selezione manuale delle
velocità di otturazione fra mezzo secondo ed un duemilesimo di
secondo e la selezione automatica delle velocità fra dodici secondi
ed un duemilesimo di secondo, oltre alla posa B, alla
sincronizzazione X con il flash ad un centesimo di secondo ed alla
velocità meccanica di un centesimo di secondo indipendente dallo
stato di carica delle batterie. La Leica R5 viene costruita fino al 1991 in
circa trentamila esemplari.
A
dieci anni di distanza dalla fine della produzione delle Leicaflex, i
nuovi proprietari del marchio, la società Wild, mette di nuovo in
produzione una reflex 35mm con otturatore a tendina di tipo
meccanico, con lamelle metalliche e scorrimento verticale,
battezzando la fotocamera Leica R6: hanno la stessa
carrozzeria delle Leica R4 e delle Leica R5, con la leva di carica
sul tettuccio, il grosso selettore delle velocità di otturazione
separato dalla leva ma con il pulsante di scatto incorporato, ed il
manettino di ribobinamento con il disco per l’impostazione della
sensibilità del film sulla parte sinistra del tettuccio.
La
lunghezza è di 138.5mm, l’altezza alla sommità del prisma è di
89mm e lo spessore complessivo è di 62mm con un peso di 625 grammi.
Le velocità di otturazione vanno da un secondo ad un millesimo di
secondo oltre alla posa B ed alla velocità sincronizzata con il
flash X pari ad un centesimo di secondo. La Leica R6 mantiene alcune
delle funzioni dei modelli elettronici, come l’autoscatto
elettronico e la misurazione TTL della luce del flash. La misurazione
della luce sulla Leica R6 può essere selezionata fra la lettura
integrale e quella selettiva, per mezzo di una levetta coassiale al
bottone delle velocità di otturazione. Nel mirino sono visibili sia
il diaframma impostato che la velocità di otturazione e la corretta
esposizione viene indicata dai diodi luminosi. Un tasto posto sulla
parte destra del frontale permette di chiudere manualmente il
diaframma per la misurazione con accessori non automatici. Il mirino
può essere illuminato per mezzo di un interruttore posto sulla parte
bassa del frontale e l’oculare del mirino può essere oscurato per
mezzo di una tendina. I vetri di messa a fuoco possono essere
sostituiti attraverso il bocchettone delle ottiche e possono essere
effettuate doppie esposizioni intenzionali. L’oculare è regolabile
fra più e meno due diottrie, e sul dorso una fessura lascia leggere
il tipo di film impiegato.
Con la Leica R6 possono essere utilizzati
gli obiettivi predisposti con tre camme di accoppiamento. Gli
obiettivi della Leicaflex con due sole camme di accoppiamento devono
essere preventivamente modificati per essere utilizzati senza
problemi sulla Leica R6. Sulle Leica R6 possono essere montati i
winder Leica R ed i motori Leica R, così come i dorsi datari e vengono costruite in circa ventimila esemplari con finiture
cromate o nere fino al 1990.
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1987 - Leica R6
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1991 - Leica R6.2
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Le
Leica R6 meccaniche vengono sostituite nel 1990 dal modello Leica
R6.2 che offre le stesse caratteristiche ma raggiunge la velocità di
otturazione più alta pari a un duemilesimo di secondo e viene
costruita fino al 2000 in quasi ventiduemila esemplari, fra neri e
cromati, ai quali si aggiungono gli ultimi venti esemplari costruiti
nel 2001, dieci con le finiture nere e dieci con le finiture cromate.
La
versione semplificata della Leica R5 viene presentata alla Photokina
del 1990 con il nome Leica RE, utilizza la stessa carrozzeria, la
stessa strumentazione, lo stesso circuito esposimetrico con la doppia
misurazione della luce e lo stesso otturatore elettronico delle Leica
R5, mantenendo la possibilità di selezione manuale o automatica
della velocità di otturazione e la sola possibilità di selezione
manuale del diaframma. Come la Leica R5, permette la
correzione manuale dell’esposizione automatica e la correzione
diottrica nel mirino e utilizza gli stessi accessori della
Leica R5 e viene costruita in seimila e cinquecento esemplari circa
con finiture nere fino al 1992.
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1990 - Leica RE
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1992 - Leica R7
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Dopo
la realizzazione della Leica R6 con otturatore meccanico, alla
Photokina del 1992 viene presentata l’ultima delle fotocamere
reflex 35mm derivate dalla Leica R4, la Leica R7 equipaggiata con un
otturatore elettronico che offre la selezione manuale delle velocità
di otturazione fra quattro secondi ed un duemilesimo di secondo e la
selezione automatica delle velocità di otturazione fra sedici
secondi ed un duemilesimo di secondo, oltre alla velocità di
otturazione controllata meccanicamente di un centesimo di secondo, la
posa B e la sincronizzazione con il flash. Come la Leica R5 anche la
Leica R7 utilizza la stessa carrozzeria, la stessa strumentazione e
lo stesso circuito esposimetrico con la doppia misurazione della luce
ed offre la possibilità di selezione manuale o automatica della
velocità di otturazione e del diaframma. Nel mirino sono visibili le
stesse indicazioni, oltre ad alcune segnalazioni accessorie. La Leica
R7 utilizza il sistema flash TTL per il controllo dell’esposizione
con i lampeggiatori elettronici ed utilizza il sistema di
codificazione DX della sensibilità della pellicola. La Leica R7
utilizza batterie da 6 volt ed il suo peso raggiunge i 670 grammi.
Per mezzo di un cavo flessibile è possibile sollevare lo specchio
della fotocamera prima dello scatto, perdendo la possibilità di
misurazione della luce. La Leica R7 viene costruita con finiture nere
o argentate fino al 1996.
Nel
1996 la linea formata dalle fotocamere Leica R4 fino alle Leica R7
viene spezzata e viene presentata una nuova fotocamera dalla
carrozzeria completamente diversa, la Leica R8, equipaggiata con un
otturatore elettronico con le velocità di otturazione fra sedici
secondi ed un ottomilesimo di secondo. Lunga 158mm, alta 101mm e
pesante 890 grammi la Leica R8 si caratterizza per una sagoma
massiccia, basata su linee curve e sulla fusione fra il tettuccio
della fotocamera e quella del cappuccio del pentaprisma, che scompare
e viene evidenziato solamente dalla parte sporgente dal frontale con
il nome LEICA inciso in caratteri maiuscoli. I comandi disposti sul
tettuccio seguono la linea inclinata di quest’ultimo e si
incastonano nel profilo della fotocamera senza sporgere troppo.
Sulla
parte destra del frontale è presente la leva per la chiusura del
diaframma, mentre sulla parte sinistra sono presenti il contatto
sincro con il selettore per la sincronizzazione sulla prima o sulla
seconda tendina e la levetta per il sollevamento anticipato dello
specchio. Sulla parte destra del tettuccio è presente la leva di
carica con accanto il pulsante per le doppie esposizioni ed è
presente il grosso selettore delle velocità di otturazione con al
centro il pulsante filettato di scatto. Il selettore permette la
scelta di tutte le velocità di otturazione fra sedici secondi ed un
ottomilesimo di secondo oltre alla posa X, alla velocità
sincronizzata con il flash pari ad un duecentocinquantesimo di
secondo. L’esposimetro con le fotocellule al silicio permette la
misurazione integrale o sull’area centrale ristretta, ma anche la
misurazione multizonale con il calcolo del valore medio, e la
selezione fra i tre sistemi avviene per mezzo di un selettore posto
di fronte al selettore delle velocità di otturazione.
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1997 - Leica R8
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Sulla parte
sinistra del tettuccio è presente il manettino di ribobinamento
vicino al selettore delle funzioni della fotocamera, dalla selezione
manuale M della velocità di otturazione e del diaframma alla
selezione automatica A della velocità di otturazione, oppure T del
diaframma, oppure alla seleziona automatica P incrociata e
programmata sia della velocità di otturazione che del diaframma. Con
ciascuna funzione è possibile la misurazione integrale o sull’area
centrale ristretta. E’ inoltre possibile impostare anche la
funzione F per la misurazione TTL della luce del flash. La
sensibilità del film può essere impostata fra 6 ASA e 6400 ASA
anche con il codice DX e con un campo di lettura fra EV -4 ed EV 20.
E’ possibile impostare la correzione manuale dell’esposizione
automatica per mezzo di una levetta posta vicino all’oculare del
mirino. Il circuito esposimetrico e l’otturatore elettronico sono
alimentari da una batteria da 6 volt inserita nel rigonfiamento posto
sul frontale che serve anche per migliorare la presa della
fotocamera. Gli schermi di messa a fuoco sono intercambiabili e
l’oculare del mirino può essere corretto fino a due diottrie in
più o in meno e può essere protetto da una tendina oscurante. Nel
mirino sono visibili le indicazioni relative all’esposizione, ai
valori della velocità di otturazione e del diaframma e tutte le
segnalazioni relative all’impiego del flash. Sul dorso della Leica
R8 è presente un ampio display con le indicazioni relative alla
sensibilità del film impiegato, allo stato di carica delle batterie,
alle correzioni dell’esposizione, ai dati dell’esposimetro e del
contapose. Un piccolo sportello apribile contiene i pulsanti per la
regolazione manuale della sensibilità del film e per l’avvio
dell’autoscatto. Per la Leica R8 viene fornito un piccolo motore
elettrico di trascinamento da applicare sul fondello, con una
velocità di trascinamento di due fotogrammi al secondo, e viene
fornito un vero motore elettrico di avanzamento del film con una
velocità superiore ai quattro scatti al secondo e con la possibilità
di impostare le esposizioni differenziate per i fotogrammi scattati
in sequenza. L’alimentazione del motore serve anche per alimentare
l’otturatore ed il circuito esposimetrico.
Prima di inserire il
motore è quindi necessario togliere le batterie dal vano posto sul
frontale della fotocamera.
Alla Photokina del 2002 viene presentata la fotocamera Leica R9 che
affianca e sostituisce la fotocamera Leica R8 utilizzando la stessa
carrozzeria, gli stessi comandi, lo stesso otturatore e lo stesso
circuito esposimetrico. Grazie all’impiego di una struttura
realizzata con una lega di magnesio ed alluminio, ed all’impiego
del magnesio per la calotta e di policarbonato per il fondello, il
peso della Leica R9 viene ridotto a 790 grammi. Il display posto sul
dorso con le indicazioni relative alla sensibilità del film
impiegato, allo stato di carica delle batterie, alle correzioni
dell’esposizione, ai dati dell’esposimetro e del contapose viene
illuminato per una migliore lettura.
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2002 Leica R9
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Un secondo dispaly sulla parte
destra del tettuccio funge da contapose. Inoltre vengono aggiunte
alla Leica R9 alcune funzioni come il blocco dell’esposizione in
automatico, la correzione manuale della potenza del flash nel modo
programmato, l’automatismo del flash anche con le velocità lente
di otturazione e la possibilità di sincronizzazione con le velocità
alte di otturazione con i flash che utilizzano il sistema HSS. La
Leica R9 viene realizzata con le finiture di colore nero o di colore
antracite. Tutti gli accessori della Leica R8, come i motori, possono
essere impiegati sulla Leica R9.
Alla
Photokina del 2004 viene presentato un dorso digitale che può essere
sostituito al dorso standard delle fotocamere Leica R8 e Leica R9
trasformandole in fotocamere digitali. Il dorso digitale esce di
produzione nel marzo del 2007.
La fine della produzione delle
fotocamere e degli obiettivi della serie Leica R viene annunciata
ufficialmente il 25 marzo 2009.
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