ANTEFATTO
All’inizio del Novecento Dresda è una città piccola ma
ricca di attività, ed in essa sono presenti parecchie fabbriche di fotocamere e
di obiettivi, come la ICA/Zeiss, Ihagee, KW, Ernemann ed altre più piccole come
Balda-Werk, EHO Altissa, Korelle-Werk, Filmosto-Projektoren,
Certo A.Lippert, Optisches E.Ludwig: vedi le fabbriche di Dresda e intorni.
- Nel 1909 vengono riunite sotto il marchio ICA AG (Internationale Camerafabriken Aktiengesellschaft) le
aziende Hüttig AG, Wünsche AG, Dr.
Krügener AG, e Palmos che fa già parte della Fondazione Carl Zeiss. Negli anni
seguenti vengono acquisite le industrie Goerz di Berlino, Contessa Nettel di
Stoccarda ed Heinrich Ernemann di Dresda, realizzando così la più grande
concentrazione industriale fotografica dell’epoca. Nel 1924 la Fondazione Zeiss era l'azionista di maggioranza ed aveva
il pieno controllo della società, che si completa nel 1926 con la nascita della
società Zeiss Ikon AG, che con i suoi 4.200 dipendenti si
qualifica come il più grande produttore di fotocamere in Europa. Nel 1950 la
sede della Zeiss Ikon viene trasferita Oberkochen. Vedi la Storia C.Zeiss Ikon.
- Nel 1913 il marchio Ihagee viene scelto per indicare la "Industrie
und Handelsgesellschaft m.b.H.". Il fondatore Johan Steenbergen era un
olandese e la prima fotocamera costruita in legno è la Photorex. La ditta si trasferisce nel 1929
in un nuovo edificio ed inizia la costruzione di una reflex di metallo, la Vest
Pocket Exakta di formato 4x6.5cm,
piccola ed elegante. Presentata nel 1933 alla Fiera di Primavera a Lipsia
ottiene un successo travolgente. Poco più tardi sviluppato un nuovo modello di
formato più piccolo, per pellicola 35mm, quasi in competizione con la Contax
della Zeiss Ikon, ma equipaggiata con un mirino reflex con lo specchio mobile. Nel
1936 alla Fiera di Lipsia la Kine Exakta 35mm ottiene un enorme successo.
Nel 1943 Steenbergen, essendo sposato con una moglie ebrea, viene costretto ad
emigrare negli Stati Uniti e, nel 1959, tornato nella Germania Ovest, fonda una
nuova società Ihagee Ovest a Francoforte. Vedi la Storia Ihagee.
- Nel 1919 con la sigla KW viene fondata la società Kamera-Werkstätten Guthe & Thorsch GmbH,
da parte dei due soci Paul Guthe e Benno Thorsch. La sigla è preferita rispetto
al nome molto lungo della societrà, proprio come per altre aziende ICA (vedi sopra) o VW (automobili VolksWagen). Un anno
più tardi viene realizzata la prima camera tipo folding Pilot Etui, con una struttura in metallo ed il
soffietto con il formato 6x9cm su rulli 120, equipaggiata con un obiettivo C.
Zeiss 105mm f/4.5 e la velocità di otturazione fre 1 sec ed 1/200, B e T. La
fotocamera diventa un grande successo perché ha dimensioni veramente ridotte,
con uno spessore di 35 millimetri quando è chiusa. Nel 1928 la società KW si
trasferisce vicino alla Zeiss Ikon. Intanto mette in commercio altri prodotti:
nel 1931 la Pilot, versione per
pellicola 127 con negativi 3x4cm, l'anno successivo con la Pilot Box, una sorta di fotocamera tipo box
6x9cm su film tipo 120, ed alla Fiera Lipsia del 1936 presenta la grande Pilot 6 per il formato 6x6cm, la Pilot
Super con gli
obiettivi intercambiabili ed altri articoli, come ad esempio l'ingranditore Praxidos. Alla fiera sono presenti parecchi
clienti e giornalisti, ed anche un imprenditore americano, Charles Adolph Noble
di Detroit, di origine tedesca.
In
seguito alla "pulizia etnica" della Germania Nazista nei confronti
degli ebrei, Paul Guthe emigra in Svizzera mentre Benno Thorsch si trasferisce
negli Stati Uniti, proprio a Detroit, e convince Noble dell’opportunità di
vendergli l’attività commerciale KW di Dresda. Nel 1938, il contratto viene
firmato, Noble si trasferisce in Germania con la sua famiglia e cambia il nome
dell'azienda in "Kamera-Werkstätten Charles A. Noble".
Nel 1939 inizia la produzione della reflex 35mm Praktiflex, un progetto
sviluppato due anni prima da Benno Thorsch e dal designer Alois Hoheisel. Il
mirino principale è quello a pozzetto (che fornisce immagini dai lati
invertiti), l’otturatore a tendine in tessuto dispone dei soli tempi veloci da
1/20 a 1/500 sec, oltre alla posa B, lo specchio è del tipo a ritorno
istantaneo (con il rilascio del pulsante di scatto) e l’innesto degli obiettivi
è a vite M40x1.
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Kamera Werkstätten
C.A.Noble
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1920 Pilot Etui
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1936 Pilot Super
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1938 Pilot 6
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1939 Praktiflex
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La Seconda Guerra mondiale impegna
tutta l’industria ottica e fotografica, ed al termine del conflitto, l'azienda
KW non esiste più, i membri della famiglia Noble vengono arrestati e deportati
in una prigione sovietica.
DOPOGUERRA
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Nel 1945, la Germania viene divisa in quattro parti, che daranno
origine a due stati diversi, con riferimento ai due blocchi contrapposti a
ovest e ad est. Il primo (controllato da francesi, inglesi ed americani) viene
accorpato all'Europa occidentale, il secondo, che include la città di Berlino,
viene posto sotto la guida del regime comunista. Non trovando un accordo per una gestione
comune, la città di Berlino viene isolata nel giugno 1948, con lo sbarramento
di tutte le vie di accesso terrestri tra
la città. Gli alleati occidentali risposero utilizzando i corridoi aerei per
rifornire la loro parte di città di cibo e altri beni attraverso un ponte aereo
che durò 462 giorni.
A mezzanotte del 12 maggio 1949 i sovietici misero
fine al blocco, ed erano nati due nuovi stati, la Repubblica federale di
Germania (BD = Bundesrepublik Deutschland)
ad Ovest e la Repubblica Democratica Tedesca (DDR = Deutsche Demokratische Republik) ad Est, con Berlino Ovest
circondata dalla DDR. Oltrealla zona di Berlino Est la DDR comprende importanti città, come Lipsia,
Dresda, Halle, Jena, Rostock e Karl-Marx-Stadt.
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Con la divisione della Germania per le industrie presenti nella neonata
DDR l’urgenza più immediata diventa quella della ricostruzione, con la ripresa
delle attività lavorative e delle attività industriali, anche nel settore
fotografico.
Le industriedanneggiate in maniera più lieve riprendono immediatamente la produzione
interrotta mentre quelle danneggiate in maniera più grave hanno tempi di
ripresa più lunghi. Dopo la situazione inizialmente confusa nei primi mesi del dopoguerra, tutte le aziende esistenti vengono nazionalizzate e trasformate in
"VEB" (acronimo di "Volkseigener
Betrieb", ovvero "impresa a
guida popolare") una sorta di società controllata in realtà dallo Stato.
Anche nel settore delle fotocamere la KAMERA-WERKSTATTEN viene nazionalizzata.
LA FIERA SOVIETICA
Nell’immediato dopoguerra sono poche
le fotocamere e gli obiettivi che vengono costruiti, però alla LeipzigerMesse,
la fiera di Lipsia del settembre 1949, è presente anche il VEB Mechanik con due
nuove fotocamere 35mm reflex: le Praktica e le Contax.
Le
fotocamere Praktica con il pulsante di scatto sulla parte destra del frontale
sono uno sviluppo della Praktiflex realizzate sotto la guida dell’ingegnere
Siegfried Böhm, equipaggiate con un corredo di ottiche intercambiabili con il
nuovo innesto a vite M42x1, un mirino a pozzetto, un otturatore con le tendine
in tessuto gommato, velocità da 1/2 secondo a 1/500 più la posa B.
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1949 - Praktica
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Completamente
diverse le fotocamere Contax sono costruite in base ad una concezione
originale, soprattutto per quello che riguarda il mirino. Sono ispirate in
maniera estremamente vaga ad alcuni studi e disegni realizzati negli anni
Trenta dai progettisti della Zeiss Ikon per una monoreflex 35mm chiamata Syntax e derivata lontanamente dalle
Contax a telemetro, utilizzando un brevetto per un mirino risalente 1932, ed un
progetto del 1937.
Nel 1948 lo stabilimento della ex KW viene rimesso in
funzione ex novo dagli ingegneri Wilhelm Winzenburg e Walter Henning. La
"Contax" cerca di sfruttare la notorietà del marchio Zeiss Ikon e del
nome delle Contax prebelliche, da cui si diversifica in maniera completa ed
assoluta, e viene battezzata Contax "S"
dall’iniziale della parola tedesca “Spiegel”
(specchio).
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Wiheim Winzenburg, Walter Hennig e Rudolf Kuhnert sta a guardare la Contax S. |
La pubblicità della Contax S
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1949 - Contax S
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manuale Contax S,
tradotto a New York
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La
Contax S utilizza una carrozzeria elegante, con il corpo macchina sottile dagli
angoli smussati dal quale emergono sul frontale la scatola dello specchio
sagomata in basso secondo l’arco descritto dall’innesto degli obiettivi e
raccordata in alto con la sporgenza del cappuccio del pentaprisma, dai fianchi
inclinati e dalla sommità piatta. Utilizza un otturatore a tendina in stoffa
con scorrimento orizzontale, un mirino pentaprismatico fisso, analogo a quello
montato sulle contemporanee Rectaflex, ed un innesto per gli obiettivi
completamente intercambiabili del tipo a
vite M42x1. I comandi posti sul tettuccio sono il grosso bottone per
l’avanzamento del film e la ricarica dell’otturatore, simile a quello delle
Leica, coassiale con il contapose e posto sulla estremità destra, ed un bottone
di dimensioni analoghe posto sulla estremità sinistra per il ribobinamento del
film esposto. Ancora sul tettuccio è presente il selettore delle velocità di
otturazione, fra 1 secondo e 1/1000 oltre alla posa B, con la finestrella per
l’osservazione del valore impostato. Il pulsante di scatto filettato è presente
sulla parte destra del frontale ed è inclinato di quarantacinque gradi. Le
Contax S vengono costruite fino al dicembre del 1951 in oltre ventiseimila
esemplari, alcuni dei quali sono provvisti del meccanismo dell’autoscatto con
la levetta posta sul frontale al di sotto del pulsante di scatto e con un
contatto sincro del tipo coassiale posto sul tettuccio.
Curiosità: la vite universale
Gli
obiettivi completamente intercambiabili con innesto a vite M42x1. Questo
innesto, che deriva dall'innesto Leica (39x0.8) e Praktiflex (40mm), viene
scelto per la sua semplicità concettuale e produttiva ma anche in base a
considerazioni di tipo economico. L'innesto a vite M42x1 di Contax S e Prakica
è standardizzato ed incontra un notevole successo.
Pochi anni più
tardi viene utilizzato dalle fotocamere tedesche Edixa e giapponesi Asahi
Pentax. Successivamente a circa dieci anni di distanza, da Petri, Regula,
Zenit, Yashica, Cosina, Fujica, Chinon, Mamiya Sekor, Olympus FTL, Ricoh.
Infine, nel 1970-71, anche perfino dalle Zeiss Ikon Icarex e SL706. Gli obiettivi a vite sono piuttosto lenti da
montare, sono necessarie due o tre
rotazioni complete con il bloccaggio finale in posizione non sempre
precisa, mentre l'innesto a baionetta è rapido e veloce.
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POLEMICHE CONTAX
A
causa delle controversie legali con la società Zeiss Ikon di
Stoccarda sulla proprietà del nome "Contax"
(vedi la storia
Zeiss Ikon), nel novembre
del 1951 viene registrato il nuovo marchio Pentacon, dalla fusione della
parola Pentaprisma e del nome Contax. Per il simbolo grafico
viene utilizzato un disegno stilizzato
della "torre d’angolo"
delle ex officine Ernemann di Dresda.
Nel marzo del 1952 la Contax S viene sostituita dal modello Contax D, chiamato anche Pentacon D, che ripetono le
caratteristiche tecniche ed estetiche con il nuovo nome sul frontale del
cappuccio delle fotocamere. Tutte e due utilizzano il contatto sincro posto sul
tettuccio e la levetta dell’autoscatto posta sul frontale. La proprietà dei
marchi viene attribuita da un tribunale internazionale alla Zeiss Ikon di
Stoccarda, anche se non tutti i paesi ne riconoscono la validità, e continuano
ad essere commercializzate per alcuni mercati le fotocamere siglate con i
logo ZI (Zeiss Ikon).
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1952 - Contax D
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1952 - Pentacon D
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1952 - Pratiflex II
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1952 - Praktica III
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Curiosità: i logo del pentaprisma
Da 1949 a 1958 sulla faccia anteriore del
prisma delle Contax/Pentacon vengono incisi cinque tipi diversi di logo,
da "ZEISS IKON" fino alla "torre d’angolo" delle
ex-officine Ernemann. Sul frontale del cappuccio il nome può essere Contax
o Pentacon.
1) Contax S e Zeiss Ikon, 2) Contax D e Zeiss Ikon VEB, 3) Torre Ernemann e ZI (cioè Zeiss Ikon), 4) solo la Torre piccola ed il nome
Pentacon o Praktica, 5) la Torre
grande mentre il nome è sempre lo stesso.
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Sempre
nello stesso anno vengono presentati altri tre modelli: la Praktiflex II, analoga a quella del
1938 ma con un innesto M42x1mm con l'aggiunta di una lente di
ingrandimento per la messa a fuoco, la prevenzione per la doppia esposizione ed
il pulsante di sblocco del riavvolgimento, e la fotocamera Praktica III con tre contatti flash F,
FB e X.
La
Praktina invece è diversa, con un inedito innesto a baionetta, il
pulsante di scatto sulla parte destra del frontale e due diversi mirini, un
pentaprisma intercambiabile ed un mirino ottico galileiano. Alla Fiera del 1952
viene presentato un prototipo, che è una reflex ma può essere usata come una
fotocamera a telemetro e può montare un accessorio Rapid ed un motore a molla
che permette sequenze fino a 10 fotogrammi. Le caratteristiche tecniche sono:
mirino intercambiabile, a pozzetto o pentaprisma, l’otturatore delle tendine in
tessuto gommato, tempi da 1, 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/75, 1/100, 1/200, 1/500,
1/1000 di sec. più la posa B e contatto flash X, e obiettivi intercambiabili a
baionetta rapida. Nel 1953 viene messo in produzione il modello Praktina FX, con due contatti sincro, con lampadine flash di 5
millisec (F) e con il lampo elettronico di 0,1 millisec. (X). Poteva montare sul fondello un accessorio
Rapid con la leva per l’avanzamento della pellicola.
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1953 - Praktina FX pentaprisma o galileiano. Sotto il corpo e l'accessorio con manovella di carica.
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Nel 1957 viene messa in produzione la fotocamera Praktina FX IIa, identica
nell'aspetto alla precedente Praktina FX ma con un miglioramento importante
dell’otturatore, con la nuova scala delle
velocità (1, 1/2, 1/4, 1/8, 1/15, 1/30, X (cioè 1/40), 1/60, 1/125,
1/250, 1/500 e 1/1000 sec, B) e della sincronizzazione flash con una presa
unica per il flash commutabile FP e FX. Inoltre è presente la trasmissione automatica per la chiusura e la riapertura del
diaframma. Tre anni più tardi viene presa la decisione di fermare la produzione
delle fotocamere Praktina.
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1953 - Contax/Pentacon "E" e particolare
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Sempre
nel 1953 viene presentato il modello Contax E
o Pentacon E provvisto sul tettuccio del pentaprisma di un esposimetro
incorporato ma non accoppiato, come sulle Contax III prebelliche e sulle Contax
IIIa a telemetro, con la fotocellula al selenio protetta da una antina mobile
incernierata in alto con inciso il nome della fotocamera. Selezionando la
sensibilità del film e la velocità di otturazione un aghetto visibile dall’alto
indica il valore del diaframma da impostare.
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1954 - Praktica FX
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Praktica FX sopra
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1957 - Praktina FX IIa
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Praktina FX IIa sopra
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Intanto,
nel 1954, viene messa in produzione la Praktica FX,
con caratteristiche simili al modello Praktica del 1949, ma con due contatti FB
e X. Sul coperchio del pozzetto compare di nuovo il logo "KW". Nel
settembre del 1956, preceduta da una piccola serie di fotocamere Contax D con i
bottoni di carica e di riavvolgimento modificati e più grandi, inizia la produzione
delle fotocamere Pentacon F, ancora in
qualche caso siglate con il nome Contax F. Le Pentacon F si diversificano dai modelli precedenti per avere incorporato
all’interno del bocchettone delle ottiche un dispositivo per la trasmissione
meccanica della chiusura del diaframma degli obiettivi predisposti. Il pulsante
di scatto trasmette il movimento ad una piastrina mobile sagomata ad arco posta
all’interno del bocchettone degli obiettivi che spinge un pulsantino presente
sulla parte tergale della montatura degli obiettivi, agendo sulla molla che fa
chiudere il diaframma. Nei primi obiettivi equipaggiati con questo meccanismo
il diaframma deve essere riaperto manualmente ricaricando la molla, mentre
successivamente la riapertura del diaframma avviene automaticamente rilasciando
il pulsante di scatto.
Sempre lo stesso anno si aggiungono delle fotocamere Contax FB o Pentacon FB, equipaggiate con
l’esposimetro incorporato sul tettuccio. Due anni più tardi le Contax FM o Pentacon
FM vengono equipaggiate con uno stigmometro ad immagine spezzata
incorporato nel vetro di messa a fuoco, e le Contax FBM o Pentacon
FBM vengono inoltre equipaggiate con l’esposimetro incorporato sul
tettuccio.
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1956 - Contax/Pentacon F
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1956 - Contax/Pentacon FB
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1958 - Contax/Pentacon FM
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1958 - Contax/Pentacon FBM
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Ancora
nello stesso anno 1956 viene presentato il modello Praktica FX2, identica alla Praktiflex
FX2 nella carrozzeria, nell’otturatore e nei comandi, a parte il nuovo pozzetto
ed il nome.
Un anno di più inizia anche la produzione del modello Praktica FX3, identica
alla Praktiflex FX3, ma per le altre cose sono uguali, a parte i nomi: il mirino
è fisso, l’otturatore delle tendine in tessuto gommato, tempi da 1/2 a 1/500 di
sec. e la posa B e con due contatti FB e X.
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1956 - Praktica FX2
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1957 - Praktica FX3
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Curiosità: tutti diagrammi di VEB
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Ecco i diagrammi delle fabbriche fino a 1990. Ci sono circa 30 VEB nel settore delle fotocamere. Guarda anche i diagrammi della storia Zeiss Ikon
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Il
totale delle fotocamere Contax/Pentacon e Praktica costruite fra il 1949 ed il
1961 supera i duecentomila esemplari. Nonostante la sua longevità le reflex non
ottengono un successo commerciale, a parte l’Unione Sovietica ed i paesi del
patto di Varsavia. Gli americani boicottano tutti i prodotti dell'est a causa
della guerra fredda, preferendo i prodotti tedeschi federali e giapponesi.
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MEDIOFORMATO
La
capostipite della famiglia si chiama Praktisix,
nasce nel 1957 con il formato medio per le pellicole 120. L'estetica è corpo in
metallo cromato satinato, con rivestimenti in similpelle nera, leggermente
rugosa e la linea è squadrata ma con gli spigoli completamente arrotondati.
Data la mole e il peso elevato, l'apparecchio si impugna con tutte e due le
mani, tenendo la sinistra sotto, in modo che il palmo sorregga l'apparecchio
mentre le dita pollice e indice sono libere di ruotare il diaframma o la ghiera
della messa a fuoco. Il mirino a pozzetto è comodo ma come tutti i mirini dello
stesso tipo presenta un inconveniente: i soggetti appaiono con i lati
invertiti. La leva di carica è dotata di una molla di richiamo piuttosto
robusta e funziona con una rotazione di quasi 3/4 di giro. Il pulsante di
scatto è collocato sul frontale dell'apparecchio, in posizione inclinata, ed è
dotato della presa filettata standard per lo scatto flessibile. L'otturatore
sul piano focale utilizza tendine in
tessuto sintetico con un'altezza di ben 6 centimetri e la gamma dei tempi va da
1 secondo a 1/1000 oltre alla posa B, con la velocità sincronizzazione di circa
1/25 di sec, che rappresenta una limitazione.
Intanto, nel 1959, la fusione di diverse fabbriche VEB
Kamera und Kinowerke: VEB Kinowerke, VEB Kamerawerke Niedersedlitz,
VEB Altissa-Camera-Werke, VEB ASPECTA, VEB Welta Kamera Freital. E, nel 1964, la ridenominazione di VEB Pentacon.
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1957 - Praktisix
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1964 - Praktisix II
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1966 - Pentacon Six
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1968 - Pentacon Six TL
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pozzetto chiuso
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pozzetto aperto
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pentaprisma
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pentaprisma esposimetro
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Nel 1964 derivano la Praktisix II
e nel 1966 la Praktisix
II-A con conservando immutate le
caratteristiche e, sempre nello stesso anno, il nome viene cambiato e diventa Pentacon Six. Accantio al mirino a pozzetto viene offerto un mirino a
pentaprisma. Due anni più tardi viene presentata la Pentacon Six TL,
con un esposimetro incorporato nel mirino a pentaprisma, e successivamente non
vengono apportati ulteriori cambiamenti, e la produzione prosegue senza
modifiche fino al 1984.
Questi apparecchi sono caratterizzati da una considerevole robustezza e una
discreta versatilità, sono accompagnate da una vasta serie di obiettivi di
eccellente qualità prodotti dalla Zeiss di Jena. L'innesto degli obiettivi
utilizza un sistema a baionetta con collare di serraggio che viene utilizzato
sia sulle Praktisix e Pentacon Six che sulle fotocamere sovietiche Kiev 6 e
Kiev 60.
Curiosità: Avanguardia Pentina
Nel 1960 vengono costruite con un
design all'avanguardia alla scuola Kunsthochschule Berlin-Weissensee: il
progetto viene sviluppato di Jürgen Peters e il prof.Rudi Högner nel 1958.
La prima fotocamera è la Pentina con la carrozzeria con diverse finiture in nero e marrone. La
carrozzeria è molto speciale: tutti i comandi sono discretamente nascosti, sono
visibili solo il pulsante di scatto a sinistra e l’esposimetro incorporato. Gli
obiettivi sono intercambiabili.
Come poche altre fotocamere i comandi sembrano essere progettati da mancini,
perché la leva di carica è posta sulla sinistra. C'è anche il contapose. Sul
fondello sono posizionati la manovella di riavvolgimento, il selettore della
sensibilità della pellicola in ASA/DIN, il pulsante di sbloccaggio ed il
dischetto per la memorizzazione della pellicola color / lamp / BN.
L’otturatore centrale è del tipo a
lamelle, con velocità da 1 sec. a 1/500, accoppiato al meccanismo e
con la sincronizzazione. I contatti sono X (1/30sec), M, o V (lenta). Controllo
dell'esposizione: l'ago della
fotocellula è visibile nella finestra ed indica l’apertura del diaframma e la
velocità dell'otturatore. Gli obiettivi sono intercambiabili mediante un
innesto a baionetta e sono disponibili quattro lunghezze focali: Tessar 50mm
f/2.8, Meyer Lydith 30 mm f/3.5, Jena Cardinar 85 mm f/2.8, Meyer Domigor 135
mm f/4.
Nel 1963 seguono due modelli: Pentina
M
caratteristiche simili ma con il mirino con il vetro smerigliato con la lente
ad immagine spezzata (= M) e la Pentina FM, con il mirino con la lente di
Fresnel e l'anello di vetro smerigliato (= FM). Alla fine, nel 1964, viene
presentata la Pentina E con caratteristiche simili ma priva
dell’esposimetro fotoelettrico incorporato.
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1960 - Pentina
1964 - Pentina E
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sezione verticale
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sopra
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leva di carica
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fondo
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stacco obiettivi
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PRAKTICA IV, V e NOVA
Dal
1959 fino al 1969 la produzione delle Praktica si articola in una serie di
modelli Praktica IV, V e Nova con le varianti M, B, F, eccetera.
Lo stile delle Praktica "IV" e "V" si caratterizza per
una carrozzeria squadrata e spigolosa, con un pentaprisma è di 1 centimetro
più grande, il pulsante di scatto a destra e la leva di carica sul fondello.
Nel 1959 la Praktica IV ha un
otturatore a controllo meccanico, le tendine in cotone e la velocità
dell'otturatore di 1/2, 1/5, 1/10, 1/25, 1/50, 1/100, 1/200,1/500 sec. più B. La leva di carica non è sul tettuccio,
insieme ai comandi della velocità e riavvolgimento del film, ma invece sul
fondello a destra. I contatti X e M sono sul frontale a sinistra. Il mirino con
la lente di condensazione e lo schermo smerigliato è fisso; non c'è
l'esposimetro. Gli obiettivi sono ancora a vite M42x1.
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Lo stile è la leva inferiore
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1959 - Praktica IV
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1961 - Praktica IV-B
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1961 - Praktica IV-BM
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1964 - Praktica VF
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Nel
1961 vengono messi in commercio tre modelli: Praktica IV-M, con le stesse caratteristiche ed il mirino con l'immagine spezzata, Praktica IV-B con l'esposimetro incorporato non accoppiato con
fotocellule selenio e l’ago nella finestra, e Praktica IV-BM con esposimetro ed immagine spezzata nel mirino. Un anno più tardi
nascono le Praktica
IV-F e Praktica IV-FB, con un'estetica appena differente ma con le stesse caratteristiche
tecniche, le sigle "F" e "FB" indicano l’assenza o la
presenza dell'esposimetro. Nel 1964 escono le Praktica VF e Praktica
VB con la scala delle velocità
modificata (1/2, 1/4, 1/8, 1/30, 1/60,
1/125, 1/250,1/500 sec e posa B), nelle due versioni "F" e "BF.
Dal 1964 l'azienda cambia la direzione Siegfried Böhm, ingegnere capo, perché
ha mostrato la sua capacità di competere con la crescente concorrenza dal
Giappone. La nuova serie viene denominata Praktica Nova e Praktica PL. La sigla
PL significa Pentacon
Laden (in tedesco) o Pentacon Loading (in
inglese), ed indica il nuovo modo di caricamento del film.
1965 - Praktica Nova
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1965 - Praktica Nova B
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1967 - Praktica PL Nova I
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1967 - Praktica PL Nova IB
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Nel 1965 vengono presentate le Praktica
Nova, una
rielaborazione con una nuova progettazione raffinata della Praktica IV e V ma
con un pentaprisma più basso rispetto ai modelli precedenti, e con il ritorno
della leva di scatto dal fondello al tettuccio, mentre il pulsante di scatto
della fotocamera viene situato in una posizione inclinata, sul frontale, una
caratteristica ripresa dalle Contax S. Il dorso è incernierato invece di essere
rimovibile come nei modelli più vecchi. La caratteristica della Praktica
Nova è l'otturatore a tendina con due scale di velocità, lente e normali,
selezionabili da un bottone triangolare rosso o bianco. Queste sono 1/2 sec,
1/4 sec, 1/8 sec e 1/15 sec mentre le velocità normali sono 1/30, 1/60, 1/125,
1/250 e 1/500 sec. più la posa B. In pratica era come la Leica del 1930, con le
velocità lenta o veloce. Il contapose è del tipo con l’azzeramento automatico.
Gli obiettivi sono ancora a vite M42x1, e gli obiettivi standard possono essere
un C.Zeiss Jena Tessar 50/2.8 od un Mayer Optik Domiplan 50/2.8. Sempre nello
stesso anno il modello Praktica Nova B incorpora un esposimetro accoppiato con
fotocellule al selenio e l’ago visibile nella finestra.
Nel 1967-68 la serie PL Nova si basa sulla precedente serie Nova del 1964. La
fotocamera Praktica PL Nova I
si caratterizza per lo specchio con il ritorno automatico, la leva di carica e il pulsante di scatto
inclinato sul frontale, come le prime reflex Contax S. L'otturatore è ancora
del tipo a tendina orizzontale sul piano focale con velocità 1 sec, 1/2, 1/4,
1/8, 1/15, 1/30, X (1/40),1/60, 1/125, 1/250, 1/500 e B. Ci sono due prese
coassiali per le lampadine (F) ed il flash elettronico (X). Il mirino è del
tipo a pentaprisma fisso con lo schermo di messa a fuoco con un telemetro ad
immagine spezzata circondato da una lente di Fresnel. Viene presentata alla
fiera di Lipsia, nella Germania dell'Est, dove viene premiata con una medaglia
d'oro.
La seconda fotocamera è la Praktica Nova IB o Praktica Nova I Plus (sono la stessa cosa)
con le stesse caratteristiche, oltre all’esposimetro incorporato con
fotocellule al selenio.
Curiosità: Cinque fotocamere inconsueti
Nel periodo 1965-1968 ci sono cinque
fotocamere insolite o innovative.
La prima era la Praktica Mat con la novità dell'esposimetro TTL
(Through The Lens, misurazione attraverso l'obiettivo) con fotocellula ad CdS,
ed in gran parte basata sul telaio della Praktica Nova, ma leggermente più
alta. Una caratteristica TTL non interessa fino due anni dopo.
Nel 1966 viene presentata la novità
assoluta della Fiera: la Praktica PL Electronic, la prima fotocamera al mondo con un
otturatore a controllo elettronico e la velocità di otturazione fino a 30 sec.
Tuttavia non si dimostra ancora molto affidabile, non ottiene un grande
successo, e la produzione viene presto interrotta dopo la costruzione di poco
più di tremila esemplari. Questo tipo di otturatore elettronico diventerà la
caratteristica standard negli anni Settanta ed Ottanta delle fotocamere
giapponesi.
Sempre nello stesso anno nasce la Pentacon Super, con un esposimetro TTL al CdS,
prevista per l’uso del motore elettrico e per la misurazione della luce a tutta
apertura con un simulatore del diaframma. Il nome Pentacon è lo stesso nome
della ditta, utilizzato anche per le reflex professionali Pentacon Six di medio
formato. Due anni più tardi la Praktica Super TL sostituisce la Praktica Mat.
Nel 1967 nasce la Pentaflex SL: con un nome di dieci anni prima ed analoga alla
Praktica Nova 1B ma con il colore nero al pentaprisma.
1965 - Praktica Mat
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1965 - Praktica PL Electronic
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1966 - Pentacon Super
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1967 - Praktica Super TL
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1967 - Pentaflex SL
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LO STILE "L"
Nel 1968, lo stato ha ridenominato Kombinat VEB
Pentacon, una fusione Pentacon e Ihagee, VEB Feinoptisches, VEB Kamerafabrik, VEB Certo, VEB
Mentor, e costruisce nell’arco di circa vent’anni
successivamente circa trenta fotocamere Praktica diverse (per citare alcune
sigle: TL, LB, VLC, LTL, MTL e, anche, EE) di cui alcuni modelli sono solo
varianti all'interno di una specifica versione dello stesso modello di base.
Spesso si tratta di inezie, piccole cose per esempio l’autoscatto o la modifica
dei contatti flash, oppure con caratteristiche del tutto inedite, appunto come
la Praktica LLC. Il VEB Pentacon ha avuto anche un ruolo importante
nell’esportazione di fotocamere con nomi diversi: dapprima verso gli USA con la
società Hanimex-Praktica e fotocamere
con nomi fantasiosi come Catalina, Cavalier o Fotocom,
poi verso la Germania del Ovest con le Revueflex
(Gruppo Quelle) e Porst
(Photo-Porst), verso il Regno Unito con le Jenaflex
ed, alla fine, verso l'Olanda e la Francia con i nomi Pentor.
Le
fotocamere Praktica della linea “L” si sviluppano in quattro generazioni
diverse.
La prima generazione del 1968-1976 è individuata dalle
seguenti caratteristiche: involucro del corpo (coperchio superiore, piastra
inferiore) in plastica nera o colore argento, otturatore a tendina in metallo e
specchio a ritorno istantaneo.
Le prime reflex vedono la luce nel 1969 con la Praktica L,
capostipite di una gamma di reflex, e sono caratterizzate da un nuovo
otturatore metallico, dall'innesto delle ottiche a vite 42x1 e dalla tipica
linea squadrata con il pulsante di scatto frontale inclinato a 45°. Si tratta
di una reflex 35mm tradizionale, con il corpo macchina robusto e pesante,
con linee tese e spigolose. Il materiale
di rivestimento del corpo delle Praktica L è molto più duro e resistente
rispetto alla similpelle liscia.
Il
meccanismo dell'otturatore a tendina in metallo anziché in tela è del tipo con
lo scorrimento verticale, velocità da 1 secondo a 1/1000 più la posa B (alcuni
modelli di fascia bassa hanno la massima velocità a 1/500 di secondo).
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1968 sopra Praktica L e, sotto, LLC
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La
sincronizzazione a 1/125 di secondo ed il funzionamento completamente
meccanico ed il mirino è luminoso, privo di distorsioni evidenti, e sul tettuccio
del pentaprisma c'è la slitta per il flash.
Concettualmente
la Praktica
LLC, sempre dello stesso anno, ripete
le stesse caratteristiche tecniche ma per la prima volta utilizza dei contatti
elettrici striscianti tra l’obiettivo con l’innesto a vite ed il corpo
macchina, per la misurazione TTL a tutta apertura.
Nel 1970 nasce la Praktica LTL con la lettura stop-down e l'indicazione dell'ago nel
mirino, due anni più tardi la Praktica
LB, analoga alla "L" ma con un esposimetro incorporato non
accoppiato, commercializzata nella Germania Ovest ed in Europa anche con il
nome di Revueflex BL e Porst Reflex CX4, identiche a parte il
nome. Nel 1974 vengono presentate due fotocamere: la prima è la Praktica VLC con pentaprisma
intercambiabile, e la seconda la Praktica
LTL-2, come la "LTL" con misurazione stop-down tramite LED,
commercializzata anche con i nomi di Porst Reflex CX6 e Pentor 2 LTL
in Olanda e Francia. Dal 1976 in poi, per quattro anni, vi sono parecchi
modelli, sia nella Germania dell’Est che le versioni del Europa e America. La
prima è la Praktica TL, analoga alla LTL del 1970 con le velocità da 1 secondo
a 1/500 più la posa B, sostituita dopo un paio di anni dalle fotocamere
Praktica Super-TL 2 o Praktica 1000, identica alla LTL ma con le velocità fino
ad 1/500 oltre alla posa B.
I° generazione
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Praktica LTL
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Praktica LB
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Revueflex BL
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Porst CX4
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Praktica VLC
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Praktica LTL 2
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Praktica TL
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Praktica Super TL 2
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La
seconda generazione del 1975-1978 non vede nessun cambiamento
fondamentale ma solo alcune modifiche di dettaglio: viene modificata la leva di
carica rapida con una estremità in plastica nera, viene modificato il selettore
delle velocità di otturazione, viene migliorato il meccanismo interno. Nel 1975
vengono messe in produzione due fotocamere: la prima è la Praktica LTL3, analoga alla LTL2 ma di seconda generazione, commercializzata anche con
i nomi Foticon Black, versione per l'esportazione per il mercato
statunitense. La seconda è la Praktica PLC2, con la
misurazione TTL a tutta apertura come LLC, e con il controllo elettronico con
priorità dei diaframmi di tutti i tempi da 1 secondo a 1/1000. Un anno più
tardi arrivano tre nuovi modelli: la Praktica L2 analoga alla L, la Praktica LB2 analoga alla LB ed alla fine la Praktica VLC2 analoga alla VLC e con la trasmissione elettrica. Nel 1977
le Praktica
DTL2 analoga alla LTL3 ma con le
indicazioni per mezzo di 4 LED.
La novità importante dello stesso anno è la Praktica EE-2,
con il controllo elettronico continuo delle velocità di otturazione tra 1
secondo ed 1/1000, la simulazione del diaframma elettronico con misurazione TTL
a piena apertura, esposizione automatica a priorità del diaframma.
II° generazione
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Praktica LTL 3
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Praktica PLC 2
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Praktica L2
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Praktica LB2
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Praktica VLC 2
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Praktica DTL 2
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Praktica EE 2
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Fotocon Black (LTL3)
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La
terza generazione dura solo due anni, dal 1978 a 1980, sono fotocamere
analoghe a quelle della seconda generazione, ma con un mirino più luminoso e
più grande, con una nuova lente di Fresnel con una combinazione di microprismi
e telemetro a spezzamento d’immagine, la leva di carica rapida migliorata, il
selettore delle velocità cromato ed pulsante di scatto più grande, un
otturatore ridisegnato, ancora più silenzioso e privo di vibrazioni. Il
rivestimento è del tipo a grana grossa. Nello stesso periodo la
produzione delle Praktica LB viene interrotta.
I quattro modelli del 1978 sono: la Praktica MTL3,
versione aggiornata della LTL e l'unica che misura l'esposizione con il
diaframma chiuso sull'effettivo valore di lavoro ed è l'unica delle poche che
conserva ancora delle generose dimensioni. Il modello MTL3 viene commercializzato
con i nomi di Foticon MTL 3 per l'esportazione per il mercato
statunitense e Revueflex TL1 e Revueflex TL25 per l'Europa. La Praktica Super TL3 analoga alla Super TL 2 ma di terza generazione, la Praktica PLC3 analoga alla PLC2 e la Praktica VLC3
analoga alla VLC 2. Alla fine del 1979, ci vengono messe in produzione la Praktica DTL3 analoga alla DTL2 e la Praktica EE3
analoga alla EE2.
III° generazione
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Praktica Super TL 3
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Praktica MTL 3
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Praktica PLC 3
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Praktica VLC 3
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Praktica DTL 3
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Praktica EE 3
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L’ultima
è la quarta generazione, dal 1980 fino al 1985, mentre il mercato è
dominato dai nuovi modelli Praktica B. La lente di Fresnel è più grande e di il
nuovo rivestimento della fotocamera ha
una superficie in similpelle liscia nera.
Nel 1980 viene costruita la Praktica Super TL 1000 (o Praktica Nova II) analoga alla MTL3, ma con la eliminazione della presa del
flash con il contatto diretto sul tettuccio, ed un anno più tardi viene
costruita la Praktica
Super TL 500 analoga alla MTL3 modificata con le
velocità fino ad 1/500. La Praktica MTL 5 del 1983
deriva dalla MTL 3, ha il rivestimento in pelle liscia, i comandi neri e, due
anni più tasrdi, la Praktica MTL 5B si differenzia dalla Praktica MTL5 soltanto per l’impiego
di una pila all'ossido d'argento al posto dell'ormai invecchiata batteria al
mercurio e, alla fine, la Praktica MTL50 come MTL 5B,
ma con una batteria 6V o 4LR44 PX28, con il controllo dell'esposizione con dueLED e, circa 6 mesi, la Praktica DTL5 come la MTL
50. Il modello MTL5 viene commercializzato nome Revueflex ML per il
mercato dell'Europa.
IV° generazione
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Praktica Super 1000
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Praktica Super 500
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Praktica MTL 5
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Praktica MTL 5B
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Praktica MTL 50
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Praktica DTL 5
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L'introduzione della Praktica L ha rappresentato una svolta, ma la produzione
non poteva essere mantenuta a causa della mancanza di risorse finanziarie. La
ditta si decide all'abbandono dello storico innesto a vite 42x1, comparso nel
1949 sulla prima fotocamera "Praktica" (erede della Praktiflex) ed
adottato anche dalla coeva Contax S. Si determina il passaggio alla nuova
generazione reflex con innesto delle ottiche a baionetta ed alle più recenti
Praktica elettroniche.
LE SERIE "B"
La
storia della Pentacon arriva al 1978, anno in cui la ditta tedesca presenta la Praktica B200, una reflex 35 mm automatica ed elettronica (realizzata in
parte con pezzi giapponesi) con innesto degli obiettivi a baionetta e
con alcune soluzioni d'avanguardia rispetto alla produzione tedesco-orientale.
L'aspetto esteriore è dovuto al rivestimento a grana
molto grossa che fascia l'apparecchio, analogamente a quello della terza generazione delle Praktica L. I
comandi principali sono tutti collocati al posto giusto. Il mirino non è
luminosissimo ma permette un'accurata messa a fuoco, con l’immagine spezzata al
centro e la corona con i microprismi. Il sistema esposimetrico viene realizzato
da una ditta nipponica con la cellula GaAsP di concezione nettamente
giapponese; l'otturatore invece viene progettato nella Germania Orientale ed
utilizza tre sole lamelle che si ricaricano automaticamente subito dopo lo
scatto. La lettura dei LED nel mirino si ottiene semplicemente premendo a metà
corsa il pulsante di scatto con la riduzione al minimo il consumo di energia
elettrica. L'innesto a baionetta Praktica permette l’impiego solo degli
obiettivi Prakticar. Tramite un anello adattatore possono essere utilizzati
anche tutti i vecchi obiettivi con innesto a vite 42x1 mm.
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1978 Praktica B200
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1981 Praktica B100
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1984 Praktica BC1
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1985 Praktica BC A
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Nel
1981 esce il modello semplificato Praktica B100,
privo dell'esposizione manuale e nel 1984 nasce la Praktica BC1, una delle più sofisticate fra le fotocamere economiche
con esposizione manuale ed automatica. Il rivestimento è in simil-pelle liscia.
Il mirino è abbastanza luminoso, con i led dell'esposimetro. La misurazione
della luce avviene sempre alla massima apertura, su una zona ristretta del
campo inquadrato. L'otturatore è a tendine metalliche con scorrimento
verticale. La gamma dei tempi in manuale va da 1/1000 a 1 secondo, più la posa
B, mentre in automatismo si estende fino a pose di circa 40 secondi.
L'autoscatto è di tipo meccanico con un
ritardo di circa 7 secondi. L'alimentazione viene fornita da una pila da
6 volt all'ossido d'argento. Quando la batteria è scarica l'apparecchio va
quasi completamente in panne: scatta esclusivamente con il tempo di
sincronizzazione (1/90 di sec.).
Le Praktica BCA del 1985
sostituiscono la serie precedente vantando alcune migliorie del rivestimento
liscio e morbido, del sistema esposimetrico (fotocellule al silicio al posto
delle precedenti al germanio) e l'adozione di flash dedicati. Sulla
grande ghiera posta vicino al pulsante di scatto, troviamo solamente tre
posizioni: auto, 1/90 (che è l'unico tempo manuale) e la posa B.
L'otturatore è controllato elettronicamente e consente di operare con
tutti i tempi compresi tra 1 secondo ed 1/1000 di secondo. Il mirino fornisce,
al contrario delle altre fotocamere, molte indicazioni: il diaframma impostato,
l’esposizione corretta, la sovra e la sotto esposizione più una spia indicante
il pronto flash, ovvero quando il flash è carico e pronto a scattare.
Curiosità: ricarrozzata media-formato
Nel
1984 la società tedesca Beroflex (vedi sotto) decide di assorbire completamente la produzione
di apparecchi 6x6, imponendo al nuovo prodotto alcuni cambiamenti estetici, un
pentaprisma con esposimetro incorporato, obiettivi Schneider ed il nome di Exakta 66. Questa fotocamera
sostanzialmente è una Pentacon Six TL
ricarrozzata, dotata dì un nuovo pentaprisma esposimetrico e di obiettivi
Schneider.
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Nel
1988 viene messa in produzione la Praktica BX20,
con dedica flash TTL e lettore di codice DX. Sempre nel 1988 fa la sua comparsa il modello Praktica BMS con otturatore a
controllo elettronico: bisogna fare praticamente tutto a mano, dall'avanzamento
della pellicola alla messa a fuoco, dalla impostazione della sensibilità
della pellicola alla regolazione del diaframma e del tempo di posa. La linea
non è delle più moderne, squadrata ma con gli spigoli arrotondati ed il
rivestimento è in plastica. Il mirino, piuttosto luminoso, è dotato di uno
schermo di messa a fuoco con smerigliatura sottile con un telemetro
ad immagine spezzata, una prima corona di microprismi sottili e una
successiva corona smerigliata in modo sottile. L'otturatore è a tendine
metalliche con scorrimento verticale, con tempi di posa da 1/1000 a 4
secondi più la posa B. L'autoscatto consente un ritardo di circa 10 secondi.
L'esposimetro misura la luce che passa attraverso l'obiettivo tramite una
cellula al silicio posta nel pentaprisma e la misurazione avviene con il
diaframma sempre alla massima apertura. L'alimentazione viene fornita da
una pila alcalina con un consumo irrisorio. Si rende necessario il ricambio
ogni due o più anni e, comunque, la fotocamera è dotata di un pulsante
per il controllo dello stato di carica della pila.
l
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1988 Praktica BX 20
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1988 Praktica BM S
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1989 Praktica BC C
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1989 Praktica BC S
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1989 Praktica BM
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1989 Praktica BX 10
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Un
anno più tardi vengono presentati quattro modelli: la Praktica BCC, con LED aggiuntivo nel mirino, la Praktica BCS praticamente uguale la Praktica BM, con le impostazioni
selezionabili per la velocità e l'apertura e la Praktica BX 10, con la misurazione TTL. Altri modelli, per
esempio, BX100x, AC1, BC2-3 o RX1, sono dei prototipi o vengono
costruite in poche unità.
La fine della VEB
L'avventura delle Praktica B dura
solo pochi anni: la riunificazione delle due Germania e il conseguente
indebolimento del regime di monopolio fa sì che il VEB Pentacon non sia più in
grado di reggere la concorrenza e chiude definitivamente i battenti. Finisce
così il periodo classico per una delle più eminenti fabbriche di materiale
ottico-fotografico del mondo socialista.
Gli anni che seguono la riunificazione tedesca del 1990 sono caratterizzati da
lotte permanenti per la produzione e l'ammodernamento delle aziende in forma
indipendente. La dirigenza della Pentacon, per continuare la produzione della
fotocamera ma con le nuove condizioni economiche della nuova gestione, ha
subito capito che non poteva assumere tutti i lavoratori ed era in perdita.
Nell’ottobre alla Photokina di Colonia, la Pentacon ha dovuto presentare
istanza di fallimento.
Anche se bancarotta, la società
Beroflex AG ha annunciato il suo interesse ed ha deciso di acquisire gli
stabilimenti Pentacon ed il marchio Praktica.
Di chi è la società Beroflex e
perché l'industiale Manderman?
Nel
1969 i due soci Heinrich Manderman e Herbert Kohler, fondano la Beroflex AG, per distribuire i propri prodotti
sui mercati occidentali, basandosi su di una campagna di marketing e forniture
a basso costo, e diventando il più grande importatore dei prodotti Pentacon,
ottenendo un enorme successo commerciale.
Nel 1982 la società Jos Schneider Optische Werke (obiettivi, filtri B+W, binocoli, mirini ottici, ecc.) è stato costretto a dichiarare bancarotta e ha acquisito la
Beroflex (il titolare della Manderman) e, dopo, rinominata Jos. Schneider
Feinwerktechnik GmbH & Co. KG ed è qualche anno subito più di valore. Quindi nel 1990 l'annessione al gruppo Schneider permette di salvaguardare le sorti future della Pentacon nel
momento cruciale dello sfascio del blocco sovietico.
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1992 Praktica BX 20s
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Mantenendo
le stesse linee di assemblaggio, in una Germania ormai riunificata, nel 1992
viene avviato l'ultimo progetto PRAKTICA
BX20s: una reflex compatta e maneggevole, che vanta un mirino di alta
qualità, una gamma dei tempi lunghi molto estesa e la facoltà di intervento
sull'automatismo d'esposizione. Inoltre è predisposta per l'esposizione in TTL
con i flash dedicati. Invece fra le cose che mancano si rimpiangono il
controllo della profondità di campo, la presa sincro e, se vogliamo, la
possibilità di "tirare" ad alti valori ISO le pellicole senza
utilizzare il codice DX. Soprattutto si sente la mancanza di almeno un tempo di
scatto meccanico. Nel
1997 viene creata l'attuale "Pentacon
GmbH Foto und Feinwerktechnik Dresden".
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Nel
2000, la produzione delle Praktica B (BCx, BXx e BMx) viene fermata mentre
l'ultima serie di fotocamere SLR viene terminata nel giugno 2001. Oggi la
società produce fotocamere digitali, videocamere, scanner ed apparecchiature di
precisione per il controllo della qualità nell'industria. Se volete saperne di
più ecco il sito www.pentacon.de.
Curiosità: Panoramica Noblex
Dopo la riunificazione della
Germania nel 1990 il figlio John H. Noble ha cercato di recuperare il marchio
di fabbrica e la proprietà dell’azienda. Tornato in possesso della vecchia
fabbrica di suo padre, la Kamera Werk Dresda, la ha ribattezzata con il nome
Noble.
Nel 1992 viene sviluppata la
fotocamera panoramica Noblex 06/150 con obiettivo rotante, con una struttura simile a quella della Horizont del 1967, ma per la pellicola tipo 120,
quindi più grande. L’angolo coperto è di 132 gradi, 146 gradi sulla la
diagonale, e le immagini sono 50x120mm con solo 6 immagini per ogni rullo.
L'obiettivo è un Tessar 50mm f/4.5. La fotocamera misura 211x114x175mm ed è
pesante 1750 grammi.
Nel marzo 1994 viene presentato un
altro modello, la Noblex 135, sempre panoramica ma più piccola e
leggera, per la pellicola 135 ed
immagini di 24x66mm con 19 pose su ogni rullino. L'obiettivo è un Noblar T 29mm
f/4.5 e l'angolo coperto è di 127 gradi, 135 gradi sulla diagonale. La fotocamera
misura 165x65x130 mm e pesa 790 gr.
Attorno al 2000 viene presentata la
versione Noblex PRO 175
per pellicole 120/220 ma molto diversa, equipaggiata con un obiettivo Rotor
72mm f/6.5 e pesante 2.350 grammi. L'angolo coperto è di 132 gradi, 138 gradi
sulla diagonale, l'immagine è 50x170mm e permette solo 4 foto su un rullino
120.
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John H. Noble è morto il 17 novembre 2007 e la società KameraWerk di Dresda non
produce più la linea Noblex di fotocamere, a favore della produzione medica e
industriale (il sito è www.kwdo.de cioè Kamera
Werk Dresden Optronics GmbH). Però, per fortuna, prosegue la produzione la
Noblex Panorama Cameras con sede in Canada e i modelli sono i seguenti: per le
pellicole 135mm le Noblex 135 s, Noblex 135 U, Noblex 135 ProSport,
e per le pellicole 120 di Noblex 150 E2, Noblex 150 HS, Noblex 150 U, Noblex 150
UX, Noblex 175 UX. Guarda il sito www.noblexcanada.com.
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