La società Carl Zeiss Jena prende il nome dal suo fondatore, l’industriale Carl Zeiss, che il 17 novembre 1846 scelse la piccola città di Jena nella Germania centrale, come sede della sua fabbrica di apparecchi ottici, microscopi, ed attrezzature scientifiche di alta precisione per impieghi fisici e medici. Fondamentale fu l'incontro nel 1866 con Ernst Abbe, al tempo un giovane professore di matematica, e nel 1879 con il giovane Otto Schott, titolare dell’industria paterna
già una certa fama nelle lavorazione del vetro ottico.
Nel 1884, Carl Zeiss, con il figlio Roderich, Ernst Abbe ed Otto Schott fondarono la Glastechnische Laboratorium Schott und Genossen (Laboratorio per le tecnologie del vetro di Schott e soci).
Nel 1889, dopo la morte di Carl Zeiss, venne istituita la Carl Zeiss Stiftung, cioè Fondazione Carl Zeiss per la ricerca scientifica e per la tutela dei diritti del lavoratore: gli operai ottennero turni di otto ore lavorative e condizioni migliori.
La Fondazione Carl Zeiss entra nel mondo della fotografia
nel 1890, mettendo in produzione obiettivi fotografici nei suoi stabilimenti di
Jena, e mettendo in commercio alla fine del secolo gli obiettivi Protar, doppio
Protar, Planar ed Unar, e realizzando nel 1902 l’obiettivo Tessar a quattro
lenti, caratterizzato da una resa ottica di ottima qualità. Contemporaneamente
alla nascita dei Tessar, la Carl Zeiss entra nel settore delle fotocamere, ed
acquisisce la società Palmos di Jena,
specializzata nella costruzione otturatori pneumatici con movimento a iride,
ribattezzandola Carl Zeiss Palmosbau.
Nel 1909 vengono acquisite le due industrie fotografiche di Emil Wunsche e di Richard Huttig, ambedue di Dresda, oltre alla industria di Rudolf Kruegener di Francoforte.
Le quattro società vengono riunite sotto il marchio International Camera
Aktieengesellschaft (ICA) con sede a Dresda, ed il processo di acquisizione delle industrie fotografiche continua negli anni seguenti, completandosi nel 1926 con la
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Zeiss giovane, Abbe & Schott
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nascita della società Zeiss Ikon,
in cui confluiscono la ICA, la società di
Paul Goerz di Berlino, la Contessa
Nettel di Stoccarda e la Heinrich
Ernemann di Dresda, realizzando così
la più grande concentrazione industriale fotografica dell’epoca, a livello
europeo e mondiale (guarda il diagramma della fusione del gruppo).
I primi anni di vita della Zeiss Ikon vedono la
razionalizzazione della produzione, con l’eliminazione dai cataloghi dei prodotti
troppo simili e l’apposizione del marchio Zeiss Ikon
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sulle fotocamere rimaste
in produzione, ma i progetti per il futuro sviluppo dell’azienda sono ben più
ambiziosi. Con i primi anni Trenta viene privilegiato lo sviluppo delle
fotocamere per pellicola in rotoli, con le fotocamere a soffietto Ikonta 6x9cm del 1931, seguite nel 1934
dalle Super Ikonta provviste
del telemetro accoppiato e la Super Nettel, ma con lo sguardo attento alle evoluzioni del
settore.
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1907 - Universal Palmos
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1925 - Box Tengor
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1934 - Super Ikonta 6x9cm
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1934 - Super Nettel 6x9cm
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Nel 1925 Leitz
immette sul mercato le fotocamere Leica 35mm, che aprono la strada ad un
promettente mercato, e nel 1929 Franke
& Heidecke immettono sul mercato le biottica Rolleiflex 6x6cm.
Nel 1930 Leica comincia ad offrire la possibilità di impiego degli obiettivi
intercambiabili con diverse lunghezze focali, e nel 1932 viene montato sulle
Leica un telemetro accoppiato.
Zeiss, sfidando la sua grande rivale Leitz,
entra prepotentemente nel mondo delle macchine fotografiche 35mm e il progetto
viene affidato dalla dirigenza ad impegna a realizzare una a telemetro 35mm ma
senza infrangere i brevetti Leica. Si sviluppa attorno ad un otturatore a
tendina con lo scorrimento verticale e le velocità fino ad un millesimo di
secondo, ad un telemetro a specchi, un doppio innesto a baionetta esclusivo e
ad un sistema di messa a fuoco basato sul movimento del barilotto incorporato
nel corpo macchina. La fotocamera viene battezzata con il nome Contax (forse come omaggio al marchio
Contessa-Nettel), e viene equipaggiata fino dall’inizio con un corredo di
obiettivi molto esteso e qualificato, e con una serie di accessori che ne
aumentano la versatilità.
SISTEMA CONTAX
Compatta e squadrata, rifinita in nero, più alta e più
pesante delle Leica, la Contax viene
messa sul mercato nel 1932, e si caratterizza per un tettuccio piatto sul quale
sono presenti sulla destra il contapose ed il pulsante di scatto, con la staffa
porta accessori in posizione centrale ed in asse con l’obiettivo, ed il bottone
di ribobinamento della pellicola sulla sinistra. Il frontale è caratterizzato
dalle finestrelle del mirino e da quelle di un telemetro accoppiato a base
larghissima, dal grosso bocchettone degli obiettivi intercambiabili con la
levetta di sblocco e la scala metrica di messa a fuoco incisa sul bordo, oltre
che per il grosso bottone di ricarica dell’otturatore che contiene il selettore
delle velocità di otturazione. Le velocità di otturazione sono organizzate in
tre gruppi, il gruppo “Sport” con 1/1000-1/500-1/200, il gruppo “normale”
1/100-1/50-1/25 e la posa Z. In seguito
viene aggiunto il gruppo “notte” con 1/10 e 1/5 oltre al gruppo “tempo” con 1/2
secondo accanto alla posa Z. Il dorso della Contax è solidale con il fondello,
è bloccato sul fondo da due chiavette ed è completamente amovibile per il
caricamento della pellicola. Oltre ad dorso standard è previsto l’impiego di un
dorso speciale per la messa a fuoco sul vetro smerigliato e per l’impiego delle
pellicole piane.
Gli obiettivi standard si inseriscono nella baionetta
interna e la messa a fuoco avviene per mezzo di una rotellina dentata posta
sul tettuccio che comanda lo spostamento dell’intero barilotto porta obiettivo.
Per le lunghezze focali alternative gli obiettivi vengono invece montati su di
una baionetta esterna, con il blocco sulla montatura dell’obiettivo, e
possiedono un elicoide di messa a fuoco tradizionale, collegato al movimento
del telemetro.
Dal 1932 fino alla Guerra le ragioni di questa parziale
fallimento sono da ricercare nell'alto prezzo di vendita della Contax e dei
suoi accessori e, a torto o a ragione, il sistema Contax è ritenuto fragile e
inaffidabile mentre, al contrario, il corredo ottico si dimostra più che
all'altezza della situazione. Sono parecchi gli obiettivi Zeiss standard,
grandangolari e teleobiettivi: vedi le tabelle Contax.
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1932 - Contax
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3/1936 - Contax II
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4/1936 - Contax III
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CONTAX II e III
Nel marzo del 1936, alla LeipzigerMesse viene presentata la
fotocamera Contax II, progettata da Hubert Nerwin e dotata dello stesso
innesto per gli obiettivi e dello stesso sistema di messa a fuoco, ma di un
nuovo otturatore con la velocità di 1/1000 portata ad 1/1250, di un nuovo
mirino di grandi dimensioni accoppiato al telemetro e di una nuova carrozzeria
dalla sagoma più elaborata, con gli spigoli smussati e la finitura cromata
delle parti metalliche. La Contax II ha il grosso bottone di carica
dell’otturatore e per la selezione delle velocità di otturazione posto sulla
parte destra del tettuccio, con al centro il pulsante di scatto filettato, e
con la levetta per il caricamento dell’autoscatto posta sul frontale. Come la
Contax I, anche la Contax II ha il fondello solidale con il dorso e
completamente amovibile, e la sua struttura meccanica si dimostra più robusta
ed affidabile rispetto a quella della Contax I. La Contax II viene costruita
regolarmente fino al 1941, ed in maniera discontinua fino al 1945, per un totale
di 59.500 esemplari, oltre a poche centinaia di esemplari costruiti a Jena
nell’immediato dopoguerra, molto probabilmente assemblando parti prodotte nel
periodo precedente.
Accanto alla Contax II viene messa in produzione, a
pochissima distanza di tempo, la fotocamera Contax III identica nella carrozzeria, nell’otturatore e nei
comandi ma con la parte centrale del tettuccio occupata da una ingombrante
sovrastruttura contenente un esposimetro
fotoelettrico non accoppiato, con una fotocellula al selenio protetta da
una antina mobile metallica. Per agevolare le operazioni di riavvolgimento
della pellicola, il bottone di ribobinamento della Contax III viene maggiorato
in altezza. La parte superiore del cappuccio dell’esposimetro ospita una
finestrella nella quale sono visibili l’aghetto dell’esposimetro e le
indicazioni delle coppie tempo/diaframma da riportare manualmente sulla
fotocamera e sull’obiettivo. Più ingombrante e meno fortunata della Contax II, la Contax
III viene costruita in 38.000 esemplari.
ALTRE 35mm
PREBELLICHE
Il successo delle Contax spinge la Zeiss Ikon a mettere in
produzione delle fotocamere dalle prestazioni analoghe, ma dal prezzo più
competitivo. Nel 1934 viene messa sul mercato la fotocamera Super Nettel, equipaggiata con obiettivi
Tessar 50mm f/3.5 o f/2.8, più raramente con i Triotar 50mm f/3.5 montati su di
un soffietto ed accoppiati al telemetro, e con un otturatore a tendina con le
velocità fra 1/5 ed 1/1000 di secondo. Realizzata con le finiture nere, a
partire dal 1936 la fotocamera Super Nettel viene costruita nella versione
Super Nettel II con le finiture cromate.
Nel 1935 Zeiss Ikon risponde con un certo ritardo, mettendo
in produzione nel 1935 le biottica Ikoflex, prive di originalità, mentre
viene messa in commercio la più complessa fotocamera 35mm mai realizzata con
l’otturatore a tendina, gli obiettivi da ripresa intercambiabili, ed un
esposimetro fotoelettrico non accoppiato incorporato sul frontale. Battezzata
con il nome Contaflex, equipaggiata
con un obiettivo di mira da 80mm di focale e con un ampio mirino reflex con
indicati i riquadri del campo degli obiettivi da 50mm, 85mm e 135mm, la
Contaflex utilizza un otturatore a tendina con scorrimento verticale e le
velocità di otturazione fra 1/2 ed 1/1000, analogo a quello delle Contax, ed un
innesto a baionetta diverso da quello delle Contax.
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1933 - cinepresa Movikon K8
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1935 - Ikoflex 6x6cm
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1935 - Contaflex 6x6cm
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1934 - Super Nettel 35cm
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1936 - Nettax 35cm
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1938 - Tenax II 35cm
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Nel 1936 viene messa in commercio una piccola fotocamera
35mm compatta, analoga alle Super Nettel, ma priva del soffietto e con gli
obiettivi intercambiabili battezzata Nettax.
La Nettax viene equipaggiata con un otturatore a tendina da 1/1000 e con
obiettivi Tessar 50mm f/3.5 o f/2.8, ma con la possibilità di montare un
modesto ma raro teleobiettivo Triotar 105mm f/5.6.
Infine, nel 1938, vengono messe in produzione due fotocamere
35mm di formato quadrato 24x24mm equipaggiate con otturatori a lamelle e con
una leva di carica rapida per l’esecuzione di scatti in sequenza. Il modello
più sofisticato Tenax II monta un
telemetro accoppiato e viene fornita con obiettivi intercambiabili Tessar 40mm
f/2.8 o Sonnar 40mm f/2, mentre la più economica Tenax I utilizza un semplice mirino ottico pieghevole e monta
modesti obiettivi fissi Novar 35mm f/3.5.
Nel 1929 inizia la produzione di cineprese Ica-Kinamo N 25 dalle qualità, dal peso e dalle dimensioni molto contenute. Era solo
un chilogrammo o poco più e misura 58x110x98mm, montava un Tessar 15mm f/2,7 e
poteva intercambiarlo con altri obiettivi da diverse focali. Nel 1932 la
Movikon 16 e un anno Movikon K 8, era dotata di un obiettivo Sonnar 10mm f/2
oppure più economico Novar 10mm f/2,8.
GUERRA E DOPOGUERRA
Gli stabilimenti di Dresda sono stati praticamente distrutti
mentre gli stabimenti di Jena si trovano in condizioni non molto diverse.
L’occupazione di Dresda da parte delle truppe sovietiche significa la confisca,
a titolo di risarcimento dei danni di guerra, dei materiali giacenti nelle
officine e delle stesse macchine ed attrezzature utilizzate per la costruzione
delle fotocamere, mentre un gran numero di tecnici e delle maestranze viene
prelevato e trasferito nelle zone occupate dalle forse alleate. Tutti i
materiali, le macchine e le attrezzature vengono trasferite e rimontate nelle
officine Arsenal di Kiev, vicino a Mosca, dove la produzione delle fotocamere
riprende fra il 1948 ed il 1949, con i nomi Kiev (vedi la sezione delle
fotocamere sovietiche).
La situazione è precarietà: lo stato tedesco è Bundesreblik
(Germania Federale) mentre, di ispirazione comunista, Deutsche Democratische
Republik (DDR) con la quale la divisione si fa sempre più netta. Questa
situazione si trova ad un bivio: Zeiss di Jena, mantengono buoni
rapporti con la consorella di Stoccarda, con la siglata "Carl Zeiss
Jena"; Zeiss di Dresda, con i nuovi governanti viene posta sotto il
controllo stato e trasformata in VEB (Vereinigung Volkseigener Betriebe) e
tutte le società sul territorio della DDR, ormai private della propria identità,
sono VEB KinoWerke.
Nel dopoguerra nessuna delle fotocamere 35mm della Zeiss
Ikon, ad eccezione delle Contax, viene rimessa in produzione. Solamente la
Tenax I viene riproposta nella Germania Est dal VEB Zeiss Ikon una versione
appena modificata. La produzione delle Contax Zeiss Ikon riprende negli anni
Cinquanta a Stoccarda.
Intanto, in Giappone, la società Nippon Kogaku K.K. inizia
la produzione delle fotocamere Nikon
a telemetro equipaggiandole con un innesto a baionetta ed un sistema di messa a
fuoco identico a quello delle Contax.
Curiosità: Tribunale Internazionale
Nell’immediato dopoguerra nella città di Dresda le officine
Zeiss Ikon vengono rimesse in funzione, per la realizzazione di un progetto
maturato forse già alla fine degli anni Trenta, e nel settembre del 1949 viene
messa in produzione una monoreflex 35mm pentaprismatico, che viene battezzata
con il nome "Contax S"
cioè Spiegel, e siglata con il
marchio "Zeiss Ikon". La scelta del "Contax" vengono
considerate illecite da parte della dirigenza della Fondazione Carl Zeiss,
emigrata ad Oberkochen, che intraprende una azione legale per il diritto
all’utilizzazione esclusiva dei due marchi.
Un tribunale internazionale, la cui competenza non viene
tuttavia immediatamente riconosciuta da tutti gli stati, assegna alla Zeiss
Ikon di Oberkochen il diritto esclusivo sui marchi registrati nel periodo
prebellico. In seguito nella Germania Est il marchio Zeiss Ikon viene
modificato dapprima in Z.I. ed
in seguito in VEB Pentacon, e
lo stesso nome Contax viene
sostituito dal nome Pentacon a
partire dal 1953. Vedi "la storia Pentacon".
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RILANCIO CONTAX IIa e IIIa
La nuova sede della Zeiss Ikon viene trasferita a Stoccarda, presso i vecchi
stabilimenti, mentre la sede della Fondazione Carl Zeiss viene trasferita nella
vicina Oberkochen.
Nel maggio del 1950, nel corso della prima Photokina di
Colonia, viene presentata la nuova versione della Contax, denominata per
continuità Contax IIa. Simile
nell’aspetto e nelle prestazioni, ma più robusta nella meccanica, completamente
riprogettata, e ridefinita nei comandi e nelle finiture più ricercate, appena
più piccola e leggera, la Contax IIa monta un otturatore con le velocità di
otturazione fra un secondo ed 1/1250 oltre alle pose B e T e monta gli stessi obiettivi
delle Contax prebelliche, ad eccezione del Biogon 35mm f/2.8 a causa della
lente troppo vicina al piano focale.
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1950 - Contax IIa
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1951 - Contax IIIa
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1951 - Contax IIIa (sopra)
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Nel 1951 viene messa in produzione la Contax IIIa, identica alla Contax IIa ma equipaggiata con un
esposimetro fotoelettrico posto sul tettuccio e non accoppiato. Nel 1954 le
Contax vengono equipaggiate con un contatto sincro standardizzato, al posto del
laborioso e complesso contatto sincro degli esemplari precedenti, e si
diversificano per le indicazioni del selettore delle velocità di otturazione
variamente colorate.
Vengono rimessi in produzione molti degli obiettivi
prebellici, alcuni dei quali vengono realizzati nella Germania Est, ma ne
vengono progettati alcuni completamente nuovi. Vedi le tabelle obiettivi Contax.
La fine della produzione delle Contax a telemetro avviene
alla fine degli anni Cinquanta, quando la Zeiss Ikon decide di mettere in
produzione le reflex 35mm della famiglia Contaflex.
Curiosità: trattamento T*
Nel 1935 il prof. Smakula brevettò un procedimento per il trattamento dei vetri ottici dallo straordinario risultato in termini di trasmissione della luce. Tale procedimento, rimasto segreto militare fino al 1939, fu adottato sui binocoli per ridurre le immagini fantasma e le riflessioni interne. Il primo obiettivo ad adottare il trattamento antiriflesso denominato T (Transparenz), fu il Sonnar f/1.5 con tre strati di rivestimento.
Con l'evoluzione successiva il numero degli strati protettivi venne aumentato fino a produrre il migliorato T*, poi esteso a gran parte della produzione Zeiss, su cui venne impresso il simbolo T* in rosso.
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LE REFLEX CONTAFLEX
In Germania le
prime fotocamere reflex 35mm con otturatore centrale a lamelle inizia la
costruzione delle Zeiss Ikon con un otturatore a lamelle Synchro Compur e con
un obiettivo fisso e non intercambiable; viene costruita per un periodo di
quasi venti anni in numerose versioni diverse, realizzata in dodici modelli
diversi ma senza mai distaccarsi troppo dalla concezione iniziale.
La Contaflex,
individuata come Contaflex I, viene
costruita a partire dal settembre del 1953, utilizza un mirino pentaprismatico
fisso con il vetro di messa a fuoco smerigliato con al centro una corona di
lenti di Fresnel ed un telemetro ad immagine spezzata. Il dorso ed il fondello
sono solidali, sono chiusi per mezzo di due chiavette e si sfilano
completamente per il caricamento della fotocamera, con la possibilità di
passaggio del film da caricatore a caricatore. L’avanzamento del film avviene
per mezzo di un grosso bottone posto sulla parte destra del tettuccio, che
contiene anche il contapose ad azzeramento manuale con al centro il pulsante di
scatto filettato, ed il ribobinamento avviene per mezzo di un bottone posto
sulla parte sinistra del tettuccio. L’obiettivo è fisso: un Tessar 45mm f/2.8
che chiude fino a f/22 e mette a fuoco a partire da 80 cm. L’otturatore è un
Synchro Compur con nove velocità fra 1-1/500 sec, in base alla scalatura non
lineare, oltre alla posa B, ma viene rimpiazzato nei primi mesi del 1954 da un
più moderno Synchro Compur MXV con dieci velocità ed all’autoscatto. Lunga
130mm, alta 94mm e massiccia 66mm con l’obiettivo, la Contaflex pesa 650
grammi. Gli accessori ravvicinata viene fornita una serie di quattro lenti
Protar, di un aggiuntivo Tele 1.7x, le riprese stereoscopiche ed un accessorio
per le riprese scientifiche al microscopio. Le Contaflex I rimangono in
produzione fino alla metà del 1958.
Curiosità:
economici Werra
Nel 1954 sotto il marchio Carl Zeiss viene presentata una fotocamera compatta da 35 mm con il nome Werra. Indovinata e semplice da usare, con una carrozzeria liscia, e priva di comandi esterni, la Werra viene equipaggiata con un dorso amovibile ed un obiettivo Tessar 50/2.8 su otturatori centrali Compur o Synchro Compur. Negli anni Sessanta le versioni sono numerose, alcune con esposimetro incorporato, altre con il telemetro accoppiato, altre con
obiettivi intercambiabili. Complessivamente vengono costruite e oltre un milione di fotocamere Werra nei diversi modelli.
Vedi anche camerapedia.wiki-uk.
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Nel settembre
del 1954 viene affiancata dal modello Contaflex
II, identica nella carrozzeria e nell’equipaggiamento, ma modificata con
l’aggiunta di un esposimetro incorporato con la fotocellula al selenio posta
sulla parte sinistra del frontale e protetta da una antina da sollevare per la
lettura delle luci basse. Il bottone di ribobinamento viene modificato e viene
circondato da un anello per l’impostazione della sensibilità del film e per la
lettura delle coppie tempo e diaframma selezionate, da riportare manualmente
sugli anelli posti sulla montatura esterna dell’obiettivo. Le Contaflex II, più
pesanti di 60 grammi rispetto alle Contaflex I, utilizzano gli stessi accessori
e rimangono in produzione fino alla metà del 1959. Fra Contaflex I e Contaflex
II vengono costruite e vendute oltre 250.000 fotocamere.
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1953 - Contaflex
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1956 - Contaflex IV
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1957 - Contaflex Alpha
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Nel settembre
del 1956 vengono messe in produzione le fotocamere Contaflex III e Contaflex IV
che si affiancano ai modelli precedenti e poi li sostituiscono. Strutturate
nella stressa identica e con una carrozzeria analoga, si distinguono fra di
loro per la presenza sulla Contaflex IV di un esposimetro incorporato con la
fotocellula al selenio posta sulla parte sinistra del frontale e protetta da
una antina mobile. A differenza montano un obiettivo Pro Tessar 50mm f/2.8 con
la lente anteriore smontabile. Gli accessori viene un adattatore Steritar B per
foto stereoscopiche.
Sempre nel
1956, vengono acquisite dalla Voigtlander
che tra la fine degli anni '60.
ALPHA, BETA e PRIMA
Nell’agosto del
1957 le fotocamere Contaflex vengono affiancate da due modelli Alpha e Beta, economici che ne imitano la struttura generale e le
caratteristiche tecniche ed estetiche, ma che vengono equipaggiate con dei più
modesti otturatori Prontor Reflex con le velocità di otturazione (fra 1 secondo
ed 1/300 oltre alla posa B) e con degli obiettivi a tre lenti Pantar 45mm f/2.8
forniti da Rodenstock e con la lente frontale rimovibile.
Le due
fotocamere, identiche tranne che per la presenza sul modello Beta di un esposimetro
incorporato con la fotocellula al selenio posta sulla parte sinistra del
frontale e protetta da una antina mobile ed hanno le stesse dimensioni e pesi
dei modelli più prestigiosi.
Le Contaflex
Beta escono di produzione già nel giugno del 1958, ma nel luglio del 1959
vengono sostituite dal modello Contaflex
Prima, dalla carrozzeria modificata (presenza di una staffa porta accessori
sul tettuccio del pentaprisma, dalla presenza di una corta leva di carica
rapida, e dalla fotocellula al selenio posta ancora sulla parte sinistra del
frontale, ma priva della antina di protezione) e dalle prestazioni appena
migliorate. Le dimensioni sono di 137x91x75mm di lunghezza, di altezza e di
profondità, con un peso di 800 grammi. L’otturatore è sempre lo stesso, un
Prontor Reflex di 1-1/300 sec. Il nome Contaflex viene inciso sul frontale non
più in caratteri maiuscoli, ma in corsivo minuscolo. La Contaflex Prima viene
costruita fino al febbraio del 1965.
ALTRI CONTAFLEX
Nel settembre
del 1958 viene messa in produzione la prima fotocamera della nuova generazione,
battezzata con il nome Contaflex Rapid
ed è caratterizzata da una nuova carrozzeria, lunga 137mm, alta 91mm e,
compreso l’obiettivo, massiccia 80mm. Il peso è di 810 grammi. Il nome Contaflex
viene inciso sul frontale in caratteri corsivi minuscoli e la struttura è
analoga, da cui si distingue per la staffa degli accessorio, per una leva di
carica rapida, corta e tozza, e per la possibilità di montare un dorso
magazzino intercambiabile. Come equipaggiamento meccanico ed ottico monta lo
stesso otturatore Synchro Compur e lo stesso obiettivo Tessar 50mm f/2.8
scomponibile, ma è priva di un esposimetro incorporato. La Contaflex Rapid,
ultima fra le Contaflex priva di esposimetro incorporato, viene costruita fino
al marzo del 1960.
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1959 - Contaflex Rapid
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1959 - Contaflex Super
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1959 - Contaflex Super
dorsi normale o magazzino
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A pochi mesi di
distanza, nel febbraio del 1959, viene messa in produzione la Contaflex Super, con la stessa leva di
carica e lo stesso dorso intercambiabile con i magazzini, ma equipaggiata con
un esposimetro incorporato con una vistosa fotocellula al selenio posta sul
frontale in posizione centrale al di sopra dell’obiettivo. L’aghetto
dell’esposimetro è visibile dalla finestrella posta sul tettuccio ma anche nel
mirino. Pesante 850 grammi, la Contaflex Super diventa il modello di punta
della famiglia Contaflex e viene costruita fino al febbraio del 1963.
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1962 - Contaflex Super B
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1965 - Contaflex Super BC
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1967 - Contaflex 126
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Nell’agosto del
1962 inizia la produzione della Contaflex
Super B, caratterizzata da una carrozzeria più moderna, con un frontale
completamente ridisegnato, sottolineato dalla finestra della fotocellula al
selenio in posizione centrale al di sopra dell’obiettivo e con la scritta ZEISS
IKON in caratteri maiuscoli di colore bianco. Viene costruita fino al novembre
del 1965.
Fra il dicembre
del 1964 ed il dicembre del 1966 accanto alle Contaflex Super B viene costruita
la fotocamera, assolutamente identica nella carrozzeria e nell’equipaggiamento,
battezzata con il nome Contaflex Super
(neu) ma priva dell’automatismo dell’esposizione e dell’automatismo del
flash con il lampeggiatore elettronico Ikoblitz.
Nel novembre
del 1965 inizia delle fotocamere Contaflex
Super BC, analoghe nella carrozzeria e nell’equipaggiamento ottico e
meccanico, ma equipaggiate con un esposimetro incorporato con una fotocellula
al CdS con lettura della luce attraverso l’obiettivo. La Contaflex Super BC
anche nella versione con finiture nere della carrozzeria, a partire dal
febbraio del 1969, e rimane in produzione fino al dicembre del 1971, quando il
settore fotocamere della Zeiss Ikon viene chiuso.
Il Contaflex 126 è stato introdotto nel 1967 per accettare Kodak Instamatic 126 (cartucce)
ed è stato uno dei pochissimi e ambiziosi con quel pellicole. Il Contaflex 126
è una reflex con un otturatore sul piano focale e lenti intercambiabili, sette
obiettivi da Zeiss Distagon 25/4 a Zeiss Tele-Tessar 200/4.
Ma la
produzione delle Contaflex non si interrompe del tutto: un ultimo lotto viene
messo in produzione e commercializzato da parte della società Carl Zeiss
Contarex Vertrieb fra il marzo ed il giugno del 1972.
Curiosità: gli
obiettivi C.Zeiss per Hasselblad, Rollei e altri
Accanto alla produzione degli obiettivi destinati alle fotocamere Zeiss Ikon, come ad esempio i Tessar ed i Sonnar in montatura Contax, la società Carl Zeiss Jena fornisce obiettivi per numerosi altri costruttori di fotocamere, fra cui i più famosi sono le società Robot, Franke & Heidecke (Rollei) e la svedese Victor Hasselblad.
La collaborazione con la Robot consiste nella fornitura di obiettivi di diverse lunghezze focali, ma negli anni Cinquanta diventa meno intensa e si limita ai Sonnar, fino a cessare del tutto con l’uscita delle ROBOT dal mercato amatoriale.
Le forniture di obiettivi all'azienda di Franke & Heidecke per le biottica Rolleiflex e Rolleicord sono continue fino agli Sessanta, e proseguono per le fotocamere monoreflex Rolleiflex SL66 (anni 1966). Per le monoreflex Rolleiflex SL35 (anni 1970) vengono forniti anche alcuni obiettivi già presenti nel corredo ottico delle Contarex.
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Il rapporto V. Hasselblad per equipaggiare le Hasselblad 1000 vengono utilizzati obiettivi Kodak, mentre gli obiettivi per le Hasselblad 500C sono forniti dalla Carl Zeiss (obiettivi montati su otturatore centrale). Il sodalizio diventa esclusivo ed è anche grazie a questi obiettivi che Hasselblad conquista una fama tale anche presso la Nasa.
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Vedi la Storia di Hasselblad e la Storia di Rollei.
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LE CONTAREX
Mentre prosegue la produzione
delle monoreflex Contaflex e nell’attesa di sospendere delle Contax a
telemetro, la Zeiss Ikon di Stoccarda mette allo studio una reflex 35mm a
tendina di tipo professionale. La nuova fotocamera dovrà essere priva di
compromessi, robusta ed efficiente, precisa ed affidabile, e dovrà utilizzare
il migliore corredo ottico disponibile sul mercato. La nuova reflex 35mm della
Zeiss Ikon Contarex viene annunciata alla Photokina del 1958, viene messa in produzione nel settembre del 1959 e viene messa sul mercato nella primavera del 1960. Le
Contarex si impone per il disegno massiccio, per la mole e per la qualità che
promette. L’otturatore a tendina con scorrimento orizzontale è il primo
otturatore di questo tipo realizzato dalla Zeiss Ikon, con il selettore posto
coassialmente alla leva di carica rapida corta e massiccia situata sulla parte
destra del tettuccio. Il pulsante di scatto, come sulle Contax, è posto al
centro del contapose posto sulla parte alta della leva di carica rapida.
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1960 - Contarex
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i disegni della Contarex
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Il valore del diaframma viene
impostato da una rotellina posta sulla parte destra del frontale che è
collegata all’esposimetro incorporato. Una grossa fotocellula al selenio
alloggiata in una grossa sede circolare è piazzata sul frontale della
fotocamera, in mezzo alla parte frontale del cappuccio del pentaprisma, mentre
l’aghetto del galvanometro è visibile sia nel mirino che dalla finestrella
posta sul tettuccio. La piastra frontale sagomata a scudo con la parte alta più
larga della parte bassa ospita oltre al bocchettone degli obiettivi con innesto
rapido a baionetta anche la levetta del m meccanismo dell’autoscatto. Nel 1964
la Contarex viene modificata con la possibilità di sostituzione dei vetrini di
messa a fuoco attraverso il bocchettone e con la possibilità di stampare sul
negativo i dati scritti a mano su di uno strisciolo di plastica da inserire nel
dorso. Fra il 1960 ed il 1966 vengono costruite trentaduemila esemplari di
Contarex, quasi tutti con finiture cromate, con un ritmo di cinquecento
fotocamere al mese.
Curiosità:
Contarex Cyclope
Lo stand della Contarex alla Photokina era affollato di giornalisti e, da subito per la fotocamera, venne usato il nomignolo "Cyclope". Perché?
Il personaggio della mitologia greca Polifemo era un ciclope, molto grande in altezza ma con solo un occhio in mezzo alla fronte, come narrato nella celeberrima opera letteraria "Odissea". Proprio come il grosso “occhio” posto al centro del frontale della Contarex per ospitare la cellula al selenio.
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Fra il 1960 ed il 1963 viene
realizzato in appena cinquemila esemplari un modello Contarex Special privo di esposimetro incorporato e caratterizzato
dalla possibilità di intercambio dei mirini, a pentaprisma o a pozzetto, che
viene offerta come alternativa per impieghi specialistici con l’obiettivo
Tessar 50mm f/2.8.
L’evoluzione per la completa
riprogettazione del modello iniziale, che viene rivisto nella linea della
carrozzeria ma non nelle funzioni principali. La prima fotocamera della nuova
serie viene battezzata Contarex P o Professional e viene costruita fra il
1966 ed il 1967 in 1500 esemplari tutti con finiture cromate, privi
dell’esposimetro e con il mirino non intercambiabile. Le Contarex P vengono
sostituite nel 1967 dal modello Contarex
S o Contarex Super, identiche
nella carrozzeria alle Contarex P ma equipaggiate con un moderno esposimetro
con la fotocellula al CdS interna e con la misurazione TTL della luce con il
diaframma completamente aperto. Le Contarex S vengono costruite in 13.400
esemplari con finiture prevalentemente cromate ma anche nere fino al 1971.
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1960 - Contarex Special
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1966 - Contarex P
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1967 - Contarex S
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1968 - Contarex SE
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Nel 1968 viene affiancato un
nuovo modello, ancora identico nella carrozzeria, ma equipaggiato con un
otturatore a tendina controllato elettronicamente sulle velocità di otturazione
fra un secondo ed un millesimo di secondo oltre alla posa B, ma ancora con la
selezione manuale delle velocità. La fotocamera viene denominata Contarex Super Electronic o Contarex SE e viene costruita in
tremila e cento esemplari, con finiture cromate o nere, fino al 1971, anno
della chiusura del reparto fotocamere della Zeiss Ikon, oltre a qualche altro
esemplare costruito successivamente fino al 1975 dalla società Carl Zeiss
Contarex. Le Contarex SE possono essere accessoriate con un motore elettrico,
con un magazzino speciale per diciassette metri di pellicola, con telecomandi e
con un accessorio tele-sensor per l’esposizione automatica.
Molti degli obiettivi del corredo Contarex, dopo la chiusura definitiva della produzione, vengono inseriti nel
corredo ottico delle Rolleiflex 35 e successivamente delle Contax RTS. Guarda la tabella gli obiettivi Contarex con standard,
grandangolari e teleobiettivi.
Curiosità: Panoramica Hologon
Nel 1969 la Zeiss Ikon ha messo in produzione la fotocamera considerata speciale Zeiss Ikon Hologon, costruita attorno ad un obiettivo assolutamente atipico, molto più di una semplice fotocamera grandangolare. L’obiettivi Hologon copre un angolo di 110 gradi, con una lunghezza focale di 15mm, ha la messa a fuoco fissa, ed è privo
di diaframma con una luminosità massima f/8. Grazie alla completa assenza di deformazione sferica è naturalmente predisposto per la fotografia di architettura. Ha una struttura ottica di tre sole lenti, secondo una schema simmetrico, con le lenti esterne fortemente incurvate e la lente centrale profondamente sagomata. A cause della vignettatura presente ai bordi utilizza uno speciale filtro degradante che riduce la luminosità effettiva a f/11.
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1969 - Ikon Hologon
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lo schema dell'obiettivo
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non c'è deformazione (*)
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Strutturalmente la fotocamera somiglia vagamente ad una Contarex P alla quale è stata tolta la scatola dello specchio ed è stato aggiunto un mirino galileiano equipaggiato con una bolla di livello. L'obiettivo è incorporato nel corpo ed è fisso. Delle Contarex la Hologon mantiene la leva di carica, con incorporato il pulsante di scatto e il selettore della velocità, il manettino di ribobinamento estraibile e il sistema dei dorsi intercambiabili. La Hologon
è sprovvista di esposimetro ed autoscatto ma è equipaggiata con un contatto sincro.
Nel 1972 un obiettivo Carl Zeiss Hologon, viene proposto da Leitz con la montatura "Leica M", con la focale di 16mm f/8 e completo di un mirino ottico. Nel 1995 un obiettivo Hologon viene fornito per la compatta Contax G. Il valore dell'usato nel 2013-2014, la fotocamera Hologon è di circa tremila euro.
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LE ICAREX
La forzata collaborazione fra la
Zeiss Ikon e la Voigtlaender produce una nuova famiglia di fotocamere reflex
35mm con otturatore a tendina, sviluppano una idea realizzata fino dal 1963 con
il nome Bessaflex e presentate in anteprima alla Photokina del 1966 con il nome Icarex 35. La Icarex 35 è una
fotocamera dalle prestazioni inferiori a quelle della Contarex, è priva
dell’esposimetro incorporato, utilizza un nuovo innesto per gli obiettivi ed ha
il mirino intercambiabile del tipo a pozzetto o a pentaprisma. Squadrata, la
Icarex ha sulla parte destra del tettuccio una corta leva di carica con il
selettore delle velocità di otturazione coassiale, il pulsante di scatto separato,
e sulla parte sinistra il manettino di ribobinamento del film. Sulla parte
destra del frontale è presente la levetta dell’autoscatto e sulla parte
sinistra del frontale sono presenti il pulsante per lo sblocco della baionetta
ed il lungo pulsante per la chiusura manuale del diaframma. La produzione in serie delle Icarex 35 inizia
nel dicembre del 1966 per proseguire fino al dicembre del 1971.
Nel 1968 viene presentato con il
nuovo mirino intercambiabile e ribattezzata Icarex 35 CS e esposimetro incorporato per la misurazione della
luce sul vetro smerigliato con il metodo TTL. Le indicazioni riportate sul
disco posto sul tettuccio del mirino devono essere riportate manualmente sul
selettore delle velocità e sull’anello dei diaframmi. Una finestrella presente
sul frontale del cappuccio del pentaprisma permette la lettura del valore del
diaframma.
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1968 - Icarex 35 CS
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1968 - Icarex 35 S
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1969 - Icarex 35 S TM
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1969 - Icarex 35 S BM
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Nel 1968 accanto alle Icarex 35
viene presentato il modello Icarex 35 S
equipaggiato con un mirino pentaprismatico fisso e con un esposimetro
incorporato del tipo TTL con fotocellula al CdS. La nuova fotocamera ripete
l’estetica del modello precedente, e si distingue da questo per il cappuccio
del pentaprisma appena più incassato nel corpo macchina e per la presenza sul
tettuccio della finestrella rettangolare con l’indicazione della sensibilità
del film e della finestrella rotonda per l’osservazione dell’aghetto
dell’esposimetro. La misurazione della luce avviene con il sistema alla
chiusura effettiva del diaframma e nel mirino è visibile il valore del diaframma
impostato. La produzione delle Icarex 35S, realizzate anche con finiture nere,
va dal luglio del 1968 all’agosto del 1971.
Alla fine del 1969, non avendo
ottenuto il successo commerciale desiderato, vengono proposte in una versione
meno esclusiva, Icarex 35 TM ed Icarex 35S TM con l’innesto degli
obiettivi a vite M42, identico a quello utilizzato nella DDR dalle Praktica, in
URSS dalle Zenit ed in Giappone da molti fabbricanti come Asahi Pentax, Mamiya,
Ricoh, Yashica ed altri.
Le Icarex 35 TM vengono costruite
dal novembre del 1969 fino al dicembre del 1971 nella sola versione con le
finiture cromate, mentre le Icarex 35S vengono costruite nello stesso periodo
di tempo anche nella versione con le finiture nere. Ecco le tabelle degli obiettivi del corredo Icarex.
SOMMA DI ERRORI
Alla fine del 1971 ne cambiò il nome in Zeiss Ikon Voigtlander e viene presentata la reflex 35mm SL
706 che riprende le caratteristiche delle Icarex con innesto a vite,
modificando il frontale e rendendolo più moderno, ed equipaggiando la
fotocamera con un sofisticato sistema di misurazione della luce con il diaframma
completamente aperto che funziona con gli obiettivi originali firmati Carl
Zeiss ma non con gli altri obiettivi con innesto a vite. Un piccolo pressorie
alloggiato sull’innesto degli obiettivi informa mediante una variazione della
pressione l’esposimetro circa il diaframma impostato.
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1971 - Zeiss Ikon Voigtlaender SL706
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1973 - Voigtlaender VSL1
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Alla fine degli anni sessanta
l'accavallamento e la sovrapposizione dei prodotti giunge al limite estremo.
Dall'incredibile affermazione commerciale dei primi anni cinquanta al crollo
verticale del 1970 la Zeiss Ikon colleziona tutte una serie di errori di
strategie, che solo in parte sono imputabili all'inarrestabile concorrenza
delle industrie fotografiche giapponesi, dinamiche e competitive. Gli stessi
impianti produttivi, modernissimi del 1950 ma non lo sono più a metà degli anni
sessanta, perchè il processo produttivo si rivela lento ed antieconomico e, se
si aggiunge la differenza tre manodopera giapponese, l'abisso si rivela
incolmabile.
Le fotocamere Zeiss Ikon Voigtlaender SL 706
vengono costruite per un periodo breve. La mancata razionalizzazione finiscono
con il rendere disastrosi della Zeiss Ikon e la decisione dei gruppo direttivo
della Fondazione Carl Zeiss nel 1971, di chiudere la Zeiss Ikon diventa quindi
semplicemente inevitabile: da adesso solo gli obiettivi e le lenti. Le
fotocamere giacenti in magazzino creo un nuovo denominato Carl Zeiss Contarex
Vertrieb nel 1972 mentre, nel 1973, il marchio Voigtlander fu venduto alla
Rollei.
YASHICA NOME CONTAX
Nel 1974 in seguito ad un accordo fra la Fondazione Carl
Zeiss e la società giapponese Yashica, il marchio Contax viene resuscitato per
essere utilizzato su una nuova serie di fotocamere reflex 35mm
elettroniche. Alla Photokina del 1974
viene infatti presentata una reflex 35mm elettronica ed automatica firmata con
il nome Contax ed equipaggiata con
un nuovo innesto a baionetta per gli obiettivi firmati Carl Zeiss. La
fotocamera viene individuata con la sigla Contax RTS (Real Time system)
e la sua carrozzeria viene firmata da Porsche Design e tutti gli obiettivi Carl
Zeiss.
Alle Contax RTS con prestazioni professionali seguono nel
1978 le fotocamere più economiche Contax 139 e le Contax 137 MD
con il motore elettrico incorporato, poi sostituite nel 1982 dalle Contax
137 MA. Nel 1982 viene presentata la Contax RTS 2, seguita nel 1984
dalla Contax 159MM automatica anche nella selezione del diaframma. Segue
nel 1986 la Contax 167 MT con il motore incorporato. Nel 1990 viene
presentata la Contax RTS III a cui seguono nel 1992 la Contax ST
con il motore incorporato e la Contax S2 caratterizzata, al contrario di
tutto il resto della produzione Contax, di un otturatore con il controllo
meccanico. Nel 1994 viene presentata la Contax RX con la messa a fuoco
assistita e nel 1996 viene presentata la Contax AX con il dorso
predisposto per l’adeguamento automatico al punto di messa a fuoco. Nel 1998
viene presentata la Contax Aria, leggera e compatta e con il motore
incorporato. Nel 2001 viene presentata la Contax N1 con la funzione
autofocus, seguita dal modello economico Contax NX e riproposta con le
stesse caratteristiche. Vedi la Storia di Yashica.
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